LIBRO Q^V ARTO. 147 ceffità ad arrenderil ; e quella fù la vittoria, che confeguirono i cmiap^ Ferrarefi in Pò contra l’Armata Venetiana , illultrandone il f0anefd trionfo con la condotta, chefeitofamente fecero in Ferrara delle conquiftate Galee. Eltrema fu la palfione del Senato per così graue accidente, e , perdita. Vn’intero disfacimento di tanti legni, non fi potea ne-1ds°eZto gare vn eccidio . Accaduto in quella congiuntura, dubitauafi vn’ira sfogata in vn rigorofo galtigo del Cielo, e tanto più fi te-mea foprahumana la forza, che lo haueua fatto incorrere, quanto era interuenuto ad vn Prencipe, che vittoriofo quali fem-pre in mare, non potea perdere , che fatalmente, incatenandoli da fe medeiìme le fue Galee, per eifereindifenfibilmente distrutte* Qual Palma però, che più , che viene fconuolta, e battista dall’impeto deVenti, più negli Iteilì abbattimenti ii rin-nalza, così immediate il Senato, prima ricorfoàDio, implorando il fuo pietofo aiuto, fi applicò poi à quei rimedi;, che fuole appunto fuggerire alla bontà viiltata la diuina onnipotenza. Il primo fù quello, che non haueua bifogno di tempo, per maturar fi ,*nè per preitargli facile l’adempimento. %/ain- SifcriifeaIGradenigo,che, ie potea dubitare, che i nemici fi medio tragittaifero vanagloriola mente di qua dal Pò, per eitendere nel Polefineleloro vittorie, non fraponeife indugio à fare vn taglio 0rdirie ai fopra la ripa dell' Adige verfo Rouigo, affine che inondandofi il Paefe, reitalfero, da quel canto almeno, impedite lehoftilità ; & r* e' egli per allora douefse ritirarfi con tutte le militie, chaueua fe-co,in qualche iìcuro alloggiamento. Al Pitigliano , & ai Pro-ueditori, che per anco fi tratteneano conl’efercito tràSoaue,e Lonigoripartito,fùcommefso, chedouefsero fubitoinuiare al Ftàcapi Gradenigo medefimo vna groifa portione delle loro genti, per- deivefenim che poteise difenderli, e far’anco telta contro de’ nemici, quan-t0 ' do li trouaffe violentato, ò inuitato dalla buona congiuntura a cimentarli. Qrdinolii parimente al Podeltà di Chioggia ,chefacelfe penetrar in Pò qualche legno veloce, & agile, per cercare , e raccogliere quelle pouere perfone, cl%e, fuggite dall'infortunio, an-dalfero errando trà quei bofchi, e tra quelle Paludi difperfe. A Giouanni Moro, che tratteneualì nell’litria con cinque Galee, fi fè intendere, che andalle incontanente fopra le bocche de • Pò ad vnirfi con Marc’Antonio Cótarini,il qual’iui per anco tratte-neuafi con quei pochi già detti legni, che gli erano foprauuazati ; e per rimetterli le Galee perdute,ch erano il puto della maggiore UpepaYA. importanza, fi deliberò d’armarne quattordeci quìà Venetia; a otto in Candia, dueàCorfù,eièinellaDalmatia , il che venne à u°e!s Ga‘ T 2 coni-