DE F AT TI VEN ETI uerfia col Papa per la pretefa ceflione di Rauenna, e Ceruia . Se la República íi accomodaua prima con l’imperatore , non pote-uapoi,fe non difficilmente fperare, ò per via di feudo, odiqual-ch’altro adattato compenfo, di conferuarfene il poíTeífo, bramo-fo troppo Carlo di non difcoftarfi dai compiacimenti interi della Beatitudine Sua , per più lempre tenacemente obligarfela . Cercandofidunquelapace , e cercandoti, come fempre è lecito, col maggior vantaggio , fi deliberò di fopire prima, che di aggiuntarti con Cefare , le difficoltà col Papa per le dette due Città; ne Introduilè l’Ambaiciatore Contarini feco qualche ne-gotiato à parte ; Ma né la ragione , nè là grada , febene con duSa}* la maggior efficacia quella difcorfa , e quefta pregata , punto vallerò. Clemente fordo fempre à qualunque propoftogli partito fenza la certione ; così che non più ne lafciò minima fperanza. Ridotte à tali termini le cofe, e conofciutoti dal Senato finalmente, che due durezze, infierne contendenti, nonponno, contino-uando, che precipitaran ruine , fi rifolfedi cedere l’intereiTe alla pietà ; al defiderio di compiacere in ogni modo al Papa, & al zelo, di acquetar’in vna Santa pace il tutto . Acconièntì à rilafciare le ver lo che due Città;con laconditione però, chefalues’intendeilèro in ogni tempo alla República le fue ragioni, lequalieifendoftateampia-dirihfSr. mente già difcorfe in altri luoghi, ora fuperfluo farebbe il ridirle, u ■ eridire infierne il merito , di cui se fregiata dianzi tante volte la República, togliendo à fe fterta il dominio , per aumentarlo alla Chiefa. Ciò conofciutoti anco da Clemente , riaflunièdinuo-uo la brama, e gl’impieghi per riconciliarla con l’imperatore. Vi fi opponeua la folita difficoltà dei Luoghi nella Puglia . Softene-ua la República di hauerli vinti più volte à buona guerra , per lo che non potea reftituirli, fe non condannandoti da fefteffa,di non cfììmto poter guerreggiare, che folamente per perdere. Adduife quefta, anco Cefa- difcorfe altremolte conuenienze ; ma non volutoti ne anco Cefa-luoghi*dei- re muouer mai, e trouandoti il Senato da tanti, e tanti trauagli, zZntorà e confumi aflitto,e fianco,fi IafciòallVltimocondurre àcótentar* lui conce- anc0 Celare; à cedergli le Terrene parimente feco accordar la pa-utl ' ce. Riconciliatifi in tal guifa il Papa, l’imperator* , e la República,fi diè di mano al negotio dello Sforza;maora nel bel principio fi hebbe occafione di dubitar più ancora del paifato. Non pre-tefe Carlo quello, che fempre dianzi hauea pretefo , di far prima giudicar quel Prencipe fopra le dategli accufe. Mutò pro-vmr potito. Negò di concegergli l’inueftitura, fe non gli contaua cin-nìSilTc- quecento mila Scudi; altri trecento mila perle fpefe della guerra, m loTfor. ed erto conferuarfi in tanto nel poíTeífo di Como,e del Caftellodi k*: Milano. Vno richiefto impoifibile no hà minor forza di vna riio- luta