LIBRO DECIMOQVARTO. *8i uano i Mari» e i Nauili; andanti. Gittonne molti à fondo ; ne pre’ Ornata fe degli altri ; il rimanente fugò, e potette in poco tempo afficura- & re da quelle infidioièincurfioni libere le vie. li- La dilatione frapofta in tanto da Solimano ad entrar con Tarmi preparate in Vngheria, diede occafione di penfarea’ fuoi caii alRèGiouanni, il quale giàftauacon neruofoeièrcitoattendendolo, perfecovnirfì , e procedere contra Ferdinando, eTImpe-rator fratello . Coriè precipitosamente à temere * che non più voleííe il Turco paflare in fuo foccorfo;e tanto le mancate fperan-2eauuiIifcono,chefi diedealfa difperatione; ricorfe per rimedio ad amendue fi detti Prenci pi, fuoiaccerimi nemici con la miffio-ne loro di vn’AmbafciatoreipregandoIi conhonefteconditioni di fcZo?M aggiuftamento , e dì pace - Ma la debolezza fuá , argomentata T£agì?be~ più grande ancora da quelThumile ricorfo, infuperbirono gli ftef- ^ññaci fi fratelli Auftriacià fegno » che non vollero nè meno vedere \'peTfACe' Ambafciatore » non che predargli alcun orecchio di negotio *2S¡í£ Confternatofi per vn tanto rigore maggìormenteil Rè, ne fpedì vn altroalla República con efficaci preghiere, perche fi affaticai- ^ ièà procurare» che il Papa v’interponeflè la fua rifpettata autori- 't’tio alla tà. Ma fé prontamente lo gratificò il Senato, fù renitente.altret-.w*bl,ca' tanto à muouerfì la BeatitudineSua , fenza faperfi indouinarne la cagione Solo da ciò che ando.dipoi accadendo, fi poté'conget- Henitentr turarechegià parfb ceflato il timore della comparfa di Soli mano fjinrìò* in Vngheria» non fi fodisfàcefle Clemente* con introdotti maneg-E f*nbt -gì dì pace , di fofpenderejà Ferdinando que'profperl fucceffi in guerra>che ardentemente bramauagli * Glitolie però ben prefto quel barbaro tali concepute confidenze . Peruenneauuifo , ch‘ W4 eglifofTe più che mai deliberato di affai irelaCafà d’Auft riandò ”S b°~ arrabbiatamente commoffo, per hauereFerdinandomedefimo fatto acquifto in que" tempi della Città di Strigonìa . Sforzato il jima, defiderio di obbedire agli accidenti , conuenne: obbedire à tale ilrepitofà voceetìandio Clemente. Incominciòà bramare, non folamentelapacetrà il Rè d’Vngheria , egli Auilriacì; ma vna Lega generale del Cattolichifimo contrala potenzaterribile Ottomana . Fra gli altri offici;, che ftrignentemente paisò á tutti H Prencipì Chriftiani y mandò efpreffameateà Venetiail Vefcouo sp'fotodsi di Verona Nuntioftraordinario y. il quale comparfo, infittente» t$«í9v¡¡ te pregò il Senato* perche fi muoueifeinfiemeanch’egli con potè-ti forzealla Sacra penfàtalm prefa . Eramoltoarduoloadherir-^ffM»/ ui>ancorche la memoria delle antiche confeguitegloriecontra ^Infedeli» ilIuminaiTeà calcar di nuouo quelli ancora già calcati fplendidifenti^ri. Ma fe erano firnili gli inuiti v i tempi, elecon-giunture altresì variauano. Troppe guerre;troppi confumi; troppe