LIBRO DVODECIMO. 477 ui cinouuiiì Malaterta Baglione cò vna grorta banda ; Prefentoift Mal alleiViurasù rimbrunir della notte, edil Vefturino, montatoal-lora fopra vn Bartione,in conformità del concerto, vccife le guar- gWF»bjn' die, e diede campo à Veneti di ageuolmente falirui . Era-uiGouernatore con mille cinquecento Fanti Napoletani Fabri-tio Maramus, il qualefrettolofamente vi accorfe ; ma già i Vene- 0i.r,p, lt ti,calati nella Terra, Io sforzarono à ritirarti velocemente in Ca-Cnu ■ J; Hello. IntefafidalDucadi Vrbino l’occupationedi quella Città, felicementeriuicita, pafsòcon fomma prertezza l’Oglio , e l’Ad-da;entrouui,eprefidiataIaconuenienteméte,tireftituìaÌJ'efercito, per ritornar poi all’efpugnatione del CartelIo.Di querta fua ritirata fi valfeil MarchefedaIGuafto,chefoggiornauaaI!orainMiIa-no.CorfeuicotremilaFàti,e molti Caualli leggieri; S’introdurte per la Porta Romtina nel Cartel medefimo,& indi vfcito,ed auan- per ricupt-ZZtOÌi in Piazza,attaccò fieramente i Veneti. Ma poco dura il co-rdrU' raggio, proceduto da grand’impeto . Coilui nell’atto di ailali-re gli altri, affali fe rteiTò. Temè in quel punto, che tutto l’efer-cito Veneto foprauuenire vi poteiTe;riuoIfe a* nemici lefpalle;re- ^fudnif-rtituirtinel Cartello , e per la fterta rtrada , già battuta , ritornò à h ' Milano.Poco tardato à coparirui nuouamente Vrbino,poco anco rtetteà vincere il Cartello à patti. Riceuelloà nome di Francefco ' r,°2oPd. Sforza,e incoronò laRepublica di vn’alto merito con l’acquiftodi cartello. Città importante per feilerta,e per l’adito., cheapriuafacile alle duediMilano , edi Pauia . Querta confeguita Imprefàacquetò le difcrepanze, già tra Capitani inforte nell’efercito del Papa , e preftògran cuore al Rangone • MoiTofi anch’elfo con tutte le fue genti , trouosù IeCampagneoltrealPò le Venete , con le quali accompagnatoti , andarono il giorno vltimo di Giugno à Mari-gnanotuttiinfieme. VoleuaVrbino,che, primadi prefentarfià Milano, fi doueffero attendere gli Suizzeri, che già fupponeuan-fi partiti, ed in cammino; mentre effendo quegl’eferciti, amendue comporti di gente Italiana , raccolta poco dianzi, li dubit/ua in-fuftkientialì’efpugnatione di sì gran Città ; ma lafciatofi dall'altrui opinioni finalmente perfuadere , fe le accorto in vicinanza di ^frmi Col-trè foli miglia, ed intanto arriuaronui cinquecento Suizzeri. Po- ijJJJ ^ fero li Capitani allora in Confulta , fedoueuano condurti prima à foccorrere il Cartello, e Io Sforza, che per anco dentro vi ii con- tràcZp’f1 feruaua intrepido, ò andar’ad affalireà dirittura i Borghi, in gran l%ZrLat~ partefpalancati, e aperti. Preualfe querto fecondo propofito; ma nel punto, chetiaccingeuano, perefeguirlo ,giunfèmolertif-fimo ragguaglio; Che il Duca di Borbone, peruenutoà Genoua confei Galee, con ricapiti per cento milla ducati, e con ottocento FantiSpagnuoIijS’era introdotto felicemente in Milano. Tale . nuo-