LIBRO DECIMOS ESTO. 66\ lui cotanto temuti» ech’erano foli rimattiefpoíli agli infulti, ed agli attacchi . Quelle Galee però che vi fi auuicinarono più dell’ altre, trouaronfi ingannateatlai . IlBondimiero »e’ITriuifano, ch’eran loro fopra,fcaricarono tuttele artiglierie in vn tempo, da quali iquarciatene, & abbicatene molte, furono coftrette l’altre più, che in fretta à traruiiì lontane. Ma tè quiui la fmifurata gran- Che ¡0 ri. de zza dei due Vafcelli, & à egua I portione, quella delle Artiglie-/»«<>. rie, potè difenderti, e reprimere i nemici, non così altroue, & ad altri legni de’Collegati fuccedette. Riunitati infierne l’Armata Turchefca, tutta ti auuentòfopra le altre Naui minori,che flaua-no in difparte immobili, e fopra alcune Galee, che,non tanto for-nite di remiganti, andauano vagando. La notte, che più tempre col fuo terrore atterriise chi viene afsalito, fopraggiunfè nello Galec’ ftefso tempo à loro maggiore fuantaggio. I Vafcelli però, braua-mente difèndendoti, falui vfcirono co’l beneficio di vn’aura, che, fpirò loro fauoreuole in quel punto ; perendone quattro foli ; due. della República, eduediSpagna; i primi, per cagion del fuoco, che appicciouuifi dentro,combattendo,ed i fecondi, perche cedere conuennero, dopo vna lunga refitlenzaallaforza ecceisiua ne* quoti™*' mica. Reftaronui pur’anco due Galee, vna Veneta, gouernata We'Ui-da Francefco Mccenigo,che venneui vccifo di archibufata,& vna Pontificia, da li’Abbate Gio:Battifta Bibiene, chefù fatto fchia- p.due callo .In quetti legni confiflè la perdita. Se neperdette qualche al- piacere» tro più picciolo, carico di munitioni ; e tutta TArmata retíante fi Mocy'z° ricondutsefalua àCorfù, fepurfaluopuòdirfi colui, che codar-^0* damente fugge , ò può chiamarfi ialua quella vita, che per viltà fi rifparmia. Non vi fù accufa , non vi fù detrattione contra il Doria, che aumentata non gli foiTc. La fouranità del coman-do conferuaualo in rifpetto,altrimeti gli farebbero corfi in faccia ÌS'au' gli fputi vniuerfali, tanto era grande la rabbia,che per fua fola ca- xl gione hauetTero abufata i Chrittiani la gratia, prefentata loro dal Cielo , di vna gloriofa vittoria,e cambiatala in altrettanto biafi-mo di vna pufilanima degettione . S’infiammaua Iodio, e Io sdegno più ardente ancora contro diluì, venendo al[folito imputato, non tanto di viltà, che di dubbia fede. Prouenendo la codardia dal natiuogenio,parrebbe, chefotTe, come parto sforzato di natura,quali compatibile ;mà il mancar di fede, eh e cota dipendente dal proprio arbitrio, è colpa da non rimetterfi; nè da gatti-garfi mai à batlanza. Veniua detto, che fifotTe ben corrifpofto p conBarbarotlafino al tempo, che trouauafi colui in Algeri, & tionidi fua egli inMarfilia,ftipendiatoui dal Rè di Francia ; In quella guer-fcde’ ra poi molto s’eranoaccrefciuti con le otferuationi i fofpetti. Era-fi offeruato,quando BarbarofTa trouauafi nel Golfo dell’ Arta, ed égli