}8 ÌDE’ FATTI VENETI bandorvarfi, andò ruminando tra fe medeilma ; che fi come s‘ era, per le difcorfe ragioni, guittamente decretato di non dar’ orecchio al Pontefice; Che col Rè di Francia , già fopra tutti impegnato, non occorreanegotiarfi; E che lo Spagnuolo, più pigro , e più guardingo degli altri , non molto importala il confiderarlo ; così penfando à Cefare, che hauea voluto far triegua con la Republica, e che haueala ricercata, e pregata di pace ; che non potea non conferuar ancora in fe flef io contra il Rè di Francia il rancore iniettino dei diigufti antichi , e’1 defiderio immenfo di alfalire il Ducato di Milano ; Che già col Ré di Spagna nodriua torbidiifimi penfieri per li Regni di Caftiglia, fe ben’allora fofpefi ; Ch’egli non haue-ua promoifo gli altri, ma era flato ben sì eccitato dagl’ altri alla concertata fierezza j fi deliberò di cautamente inuiargli STsttiu Gio:Pietro Stella, vno de’Segretari; del Senato , il quale co-òemtarb noiciuto , e ben veduto ancora in altre occafioni di publico ùaref fèruitio dalla Maeftà Sua, giudicoifi habile à farle per auuen-tura appetire qualche dolce infinuatione, fportale da grata mano . Andò il Miniftro : ma nel modo dell’introdurli , ò folfe troppo ardente il fuo defiderio di adempire bene T incarico , ò pure, che noto alla Corte, ne trafpiraife dafloflerua-tione il rifleifo, penetronne qualche barlume agli Ambafcia-tori Francefi , che iui rifiedeuano , i quali riceuendo per certezza il fofpetto in cofa grande , gl’impedirono preifo à Ce-. fare ogni acceifo, e ne fecero fparire qualunque iperanza. AI- Senìra ef- j ^ . n . \ 1 ,, x .. xr , , , fetta. tro tentatiuo li prùouo ancora pe 1 mezzo di Leonardo de’-mrdoLd7 Porti 5 Nobile Vicentino , e di peri picacismo intendimen-Torti vi- to. Era egli molto amico di alcuni famigliari della fteilaMae-tenuno. ^ # Infmuouuifi; procurò; trattò; mafinal- segue lo mente da quetto canto cadde ancora fenza veruno effetto ogni maneggio. Non vi è pericolo, che maggiormente fi tema del preuedu-to. Molti da molti nemici ne preuedeua in vn folo tempo la Patria; e la mole del fuo Dominio, quanto più era grande, e vicina à tremendi fcuotimenti, più le faceua la caduta dubitar di eccidio . Non era però, gratie à Dio, quefta preparata funefta tragedia , per terminare con l’vfo dell'altre, il fine delle quali, va per ordinario à cadere in fieri, e tremendi ipettacoli. Era prefcrit-to, che le maggiori attrocità auuennilfero ne’fuoi principi; ; fi mitigaifero nei progreiìì, eterminaiferoairvltimo, non con l’empietà fulminata del principale Perfonaggio ; ma con la reden* tione, influita pietofamente dal Cielo fopra l’innocenza . Priua di ogni aiuto la berfagliata Republica fi raccolfe tutta infe