686 DE’ FATTI VENETI Francefco Valiero, di fpurij natali. Spremè Dio quefla volta dal vitioilbene, tanto ne odiò la turpe infamia, enedifpofeieueroil gaitigo. Lafciò incorrere, che vn tale Girolamo Marteloffo, dal delitto dell’adulterio , ch’ei commetteua con la moglie dell’Abbondio , netraeife , e ne riportaife il merito . Trouò per buona forte coilui iopra vn Tauolino alcune Carte di Nicolò Cauazza » dal contenuto delle quali potè comprender’, e conuincer’ à baftan-¿ail tutto, Frefentollo incontanente a’Capi del Confeglio di Dieci, Giudici, ed Inquifitori delle più criminofe delinquenze. Nicolò Cauazza, Y Abbondio, e’1 Valiero, hauendolo penetrato, non fi ieppe come, fperarono franchigia nel Palagio dello iteffo Am-bafciator di Francia, ed iui andarono àricouerarfi . Luogo però non effendoui, che la concedi à ribelli, fù rigorofamente commef-fo a’ Miniitri della Giuititia,dihauerli in ogni modo nelle forze; ma oppoilifi arditamente loro quelli della Corte , fi fpinfe dirim* Giufìhnj iì Petto Palagio vna Galea,che minacciando di rouinare il tutto à ribelli. 2 terra , refe docile l’Ambafciatore à permettere l’arreito de’ federati , liquali feontaronofopra vnpublico patibolo il delitto tt dtn con ignominiofa pena • All’altro Segretario Cauazza, & al Leo-y**dm, ne, iortì,per gran for tuna di faluarfi a tempo in alieno Stato. Del primo non più s’intefe , nè del viuere j nè del morire, ed il fecondo, andato in Francia, ed abborritafi dallo iteifo Rè la fua infedeltà, viife , emorìmefchinamente . Così dalla punita perfidia giu-itificatafi l’innocenza dell’AmbafciatoreBadouaro, gli fi conuer-tirono le detrattioni in encomi/. Fù generalmente applaudito . Benche ottenutafila pace col prezzo grauofo, già detto, non più parue ciò tanto rincrefceuole . Se ne Confolarono anco i Padri, iaggiamente riflettendo, c’haurebbe forfè potuto la guerra molto piùeifentialmente offendere > ementre hà virtù laneceffitàdi mitigar quel dolore , ch’ella medefima con la fua violenza cagiona , mitigò anche quello della recifione di due Città, e di vn tanto esborfato contante. Nel tempo che negotiauafi la pace in Coftatinopoli, credendofi, che potefiè il maneggio andar più à lungo;e meno potendoli faper centra deIPefito,che douea feguire, s’era già fatto paffar’alla carica di Ca-Mocenigo pitan Generale il MocenigoTrouauafi egli al Zante,quadofù co-antt ' chiuia, e quiui anco riceuette gli ordini di confegnar a’ Turchi le due Città . Andò , & adempì lagrimofamente il tutto ; Maque* conjegm Popoli quafi più di lui pianterò all’infelice annuncio del loro pai-Maluafia faggio dall’amato impero della Republica all odiatiilìmo Otto-"T^'mano. Molti vollero abbandonare più toito il nido , e la Patria , che rimanerui. Hebbero per m affi ma di fede , anche partendo , di non cangiar luogo, non cangiando Cielo . Montarono foprali ' ' Vafcet