LIBRO DECIMOSESTO. 64? la Republica, fèruidamente lo ricercaiTe. Girolamo Stabiliteli di tal maniera le cofe, reltaua di auuifarne il Cappel-lo, Generale dell’Armata , e d’impartirgli quelle commiffioni, in Ingbil-chehauelfe riputate il Senato proprie, e conferenti. Sentiaqual- mra' cheduno, che non fi doueffe prefcriuergli, né limitargli le forme del reggerli, elfendo impotàbile preuedere da lontanoi cali ; e troppo contingente il fondar, non folo i configli,ma i decreti,me-defìmifoprarincertezzejné mancauano di fomentalancora quella opinione gli efiti dell’anno palfato, infeliceméte riufciti in parte per quegli ordini precifì, co liquali s’era legata al Pefàri la pote-ilà fopra il fatto di arbitrariamente rifoluere. Ciò non o{tante de- Ordini del liberofli di prefcriuergli,che trattenere fi doueife’in ognj modo co SrJl tutta lArmatain Leuante , quando ancoardilfe l’Ottomana di calare in Golfo, molte ragioni à ciò fare perfuadendo. La prima, mata. fu, perche potelfe la noltra facilmente vnirli, ò in Sicilia, ò altro-ue con la Spagnuola, e con le fquadre del Papa, e di Malta > l’altre, per colà intraprendere ciò, chel’occafionifuggerilfero; tenir’in fede, e in cuore i Popoli di que’ paelì ; accorrer! prefto, doue ftri-gnelfe il bifogno di qualche attacco; e finalmente, per la confidenza , chenondouellèro i Turchi inoltrarli così facilmente in Golfo , Iafciandofi indietro, ed alle fpalle tante armi nemiche, lequali poteuano chiuderueli dentro , & à man falua diltruggerli. Così glififcrìlfe ; e così nello fleffo tempo di ordinar la guerra , fé le procura ron’anco le prouifioni. vrouifwm Si applicò à raccogliere denari in varie forme . Aprironfìnuo- di denaio. ui depofiti vita liti; in Cecca, fino alle quatordici per cento j fi age-uolarono i debitori, anche à pagar’in argenti, bonificandoli loro i Iauori. Tré altri Procuratori eleggeronfi per denari àimprefti* to, Giulio Contarmi, Girolamo Marcello, e Bernardo Moro , G tulio/'ti-e molti altri modi fi praticarono volontari;, ed isforzati, per foc- ¡Si?* correre I’elaullezza, chepatiua il Publico da' lunghiconfumi, e che l’immenfità de’ bifogni, e delPoccafione non permetteua, che Moro, il fi faceffe maià baflanza . Conqueflorequifitodell’oro, princi- tJn.ur^ pale in tutto, e più che necelfario in guerra, fi munì l’Armata, e le Città di militie, di vittuaglie ,1 d’Artiglierie, e di tutto ciò,che fù permeffo anche oltre il poiiibile * Si andaua il Duca d’Vrbino alleflendo pur’egli al partire,e perche infilleua ancor’il Papa nella fua già narrata pretenfione di Spogliarlo delDùcato di Camerino, come feudo dell’ A poftolica Sede, non volle il Senato eh egli agitato partiffe . Fece pregare dall'Ambafciatore la Santità Sua, per fpecial gratia, la qual’an-co ottenne , di non perturbarlo nel tempo , del fuo fermarfi in Armata in feruigio della Lega ; feben poi egli non potè andarui, per