LIBRO Q_V ARTO. go ripartitamente accampato l'efercito Veneto,per tenere Ve- no Morofi-rona da lungi in affedio, che mancò di vita il Conte di Pitigliano, General dell’armi, e riceuuta la fua morte in quelle ilraniiTime^0^** congiunture à graue colpo delle cofe publiche, per la fua inuec- cefco Mischiata efperienza,e cauto intédimento,piacque anco al Senato di 7ri c°”d" moilrarne confpicuamentelailima, e’I dolore. Honorò il no-gjg^* me con funerali pompofi, e perpetuonne la memoria con riguar- muore. deuole depofito nel Tempio de’ Santi Giouanni,e Paolo. Mentre la fredda ftagione iniieme raffreddaua,ciò no oliate all’Imprefe V occaiioni,li nemici, vfciti improuifamente fuori di Verona,mandarono più Villaggi à ferro, e fuoco, e fcorlial Ponte di San Sortita dm' Martino,Luogo ancora nominatoli, quiui fi fermarono, per im-pedire à Veneti in quel paifo angufto Io trapaifare oltre al fiume. Quella preuentione nè anco fuanì loro fenza effetto; poiché affrontatili contra vn buon numero de’ nollri Caualli, e Fanti, li ributtarono con gran brauura. Dalla rillrettezza del ca!e,doue ne occorfe la pugna, principalmente elfendo proceduta la rileua-ta percolfa, procurarono i nollri Capitani con l’ingegno vn più largo fpatio, per meglio altroue di nuouo cimentarli. Mandarono all’insù del fiume vno grollò numero di Stradiotti, da quali ritrouato vn fito molto proprio, e fàcilmente guadatolo, fi riuolfero verfoil Ponte da queiraltra parte ,ed vrtarono da dietro via fu rio furiente i nemici. Quelli in tal guifa for prefi,quando meno fe lo imaginauano, ed entrati in gran fpauento di efferui affatoti da tutto l’efercito , non più pugnarono, per impedire il paf-faggio del Ponte. Molti fuggendo, faluaronfi ; Altri, infèguitì, vennero vccifi, e vi rimafero prigioni, cinquanta groffi Caualli ; Da> quan circa ducento di leggieri, e fei Capitani con le loro Infegne. Ciò non ollante, prefo ardimento i nemici di fortire ancora due volte dalla Città, andò loro fatto nella prima di iaccheggiare la Campagna, e dimandar’àfilo di fpada molta di quella pouera gente, repreffi però in qualche numero nel ritorno ; Ma nella feconda furono quafi tutti tagliati à pezzi, altro danno i noflri come anco non rileuando, chela prigioniad’AlelfioBua , Capitano divna J”™i!tra incontro. Compagnia di Stradiotti, per colpa delCauallo, che gli cadde cJ"nl“a prdl{ fotto, combattendo. Non quietauano meno frà quello tempo Tarmi,nè foprail Pò, nè dentro al Polefine . Il Duca Alfonfo, dopo la prenarrata partenza fuccedutagli delle militie del Papa, e di Francia, ac- F/arnr„TL crebbe quanto più potè le fue, e fattele paflàre il fiume diquà, enarrile-fattoui piantar’vn Forte per loro ricouero in ogni finillra occa- ^ne' lìone^le fpinfe verfo Rouigo ad afialire,e difertare barbaramente il paefe. Il Proueditore Gradenigo,cheallora dimoraua in quel- V z la Cit-