224 DE FATTI VENETI 'fauTna tant0 follmente vinto fenza l’appoggio, e’I concerto di qual-«0 infedt* che Grande di quella Patria. Antonio Sauorgnano, che tale era lt% in Vdine, & era già flato alla Republica di tanta fede , difguftato-fi , perche la giuititia publica lo haueife anco leggiermente gaiti-gato per vn commeifo delitto, già il era dato à fauorire Maffimi-liano,&hauea feruito di fortiifimo finimento in facilitare alle fue militie l’Impreiè , e fpecialmente quella di Gradifca . Tid h. Superata, che l’hebbero gli Alemanni, andarono à congiu-gnerfi alla Paliisa,che fi fermaua allora in vn’alloggiamento,Ionia tanoda Treuigi foli cinque miglia . Quiui ritrouatifi tutti in vn corpo deliberarono confultatamentedi accignerilcon ogni vigore all’efpugnationedi quellaimportanteCittà. Le forze loro potenti ve li fpronauano.Cefare con ardente brama ,econ ordini preifanti li coitrigneuano à douerlo fare.Ne haueuan’anche vn grande impulfo da fe iteifyben conofcedo, che lenza impoifeifar-iì di Treuigi,facilmente poteuano alla fine perdere tutto l’acqui-flato. L’attaccarono dunque con quel rumore, che porta feco ranno fot- vn’efercito di quaranta mila Combattenti; indirizzando losfor-uTreutp. zo maggiore contra la Porta detta , de’ Santi Quaranta. Quiui principiarono con le zappe, e co’Badili à efcauar*, & innalzar terreno ;à piantarui le artiglierie, e ad affatticarfi con operatio-ni varie ad vnfolo fine dirette. Non erano meno aifidui,&inde-feffi quelli di dentro per la loro propria faluezza. Cominciarono àtulminareco Cannoni ;àfortir fouente giorno , enotteinmol-te truppe; ad impedir’i lauor,ie ad incommodare tal’hora nè loro propri; quartieri li nemici. Vn gran filentio , che fi ofleruò nell‘ efercito per lo Ipatio di tre giorni , fece affai temere al Gradeni-go, al Ceri, & agli altri, che fi poteife tramare qualche infidia „ Rinforzarono per ciò le guardie, e le cautele da tutte le parti ; di-itribuirono i Patriti; per i Poiti più gelofi ; fecero girar le notti molte militie à Cauallo, e à piedi, e cotinuarono con le artiglierie dalle muraglie’àiconciar’, àberfagliar’i Iauori,& àvccidere con ftrage horrenda.I nemici finalmente,tra quei fpargimenti di fan-gue abbodanti,principiarono à patireleanguitiedel viuere. Cre-iceano loroi difagi ; mancaua l’alimento ad vn tanto efercito, anche perla prouida mano de’ difenfori, che hauea già tutti li frutti delle Campagne antecipatamente raccolti; e l’auanzata itagione rendeua più ancora le fperanze iterili. Tante penurie, e tante diitrattioni, furono aHVItimobaitan* tià far loro comprendere la neceffità di cangiar penfiero. Seza,fi può dire,hauer quafi dato il fuoco ad vn Cannone;fatta . vna mìnima breccia nelle muraglie; e manco presétatoui vn'affal-urano. "* to,sloggiarono dall’ailèdio, e fi aUòtanarono improuifamente da Tre-