208 DE FATTI VENETI . Edure pre■ contentarli di rilafciarle , di tutto il lei dominio in Italia, le due ht™uù* Città di Treuigi, e Padoüa, co fuoì Territori; ; e quefte ancora ea* con l’esborio di molto contante, e con la ceflione di tutto il re-ilo. Capitati alla República quefti primi infoienti abbozzi, fde-Configliata §n° preftarui l’orecchiojnon che di maturarli ; e al Pontefice,che dal Papa fino corfe ad infidentemente follecitarla, perche gratifìcaifein ogni modoCefare anco nellefopradette fue infulfe pretenfioni, rifpofe per quello fù detto. v . Che ben'era il Senato contento dì feguitare le riuerite fodisfattio• senato cL rii della Santità Sua ali Imprefe alle glorie, non già di humiltar-ri/pajZ’l fi pufillanimo ad ignominiofi partiti di pace,non mai a/coltati nè anco in mezzo divorar ino fi eccidij. Che Je non poter fi donar que Ilo ¿he non fi pojfiede, meno poter Cefare offerire 3 mconditione di dono alla Republicaje due Città di Treuigi, e Padoua, delle quali già ella trouauafi al poffeffo, e nehauea più volte, per così dire } terrapiena-te le muraglie col proprio fangue, e con le proprie ceneri. Aleno do-uer lui pretendere, che, oltre à riceuer'efsa in dono il perduto, lo compri etiandio con gran fomme di contante, e ceffone volontaria di tutto il Dominio rimanente fuo in*! erra ferma . Spogliointero , che intendeua Cefare d'imparttr per gratia ; non degno di rif-pofia del Senato, e degno altresì di efsere db borrito dalla Giufìitia, e pietà incontaminata della Beatitudine Sua. Richiefe poi Gurgenfe al Papa in fua fpecialità, colè, che toccandogli il più viuo de’fuoi defideri;, il tutto fconuolfero. Ri-fcrfidi cerc0^° a riconciliarli col Ré di Francia ; à riceuere in gratia il Gurgelfi. Duca Alfonfo, & à Iafciare Ferrara in pace. A tocchi tali abbandonò fubito Giulio tutti li penfìeri. Protettogli rigoroiamé-b h . te, che non doueiTe parlargline, e tanto gli fi dimoftrò collante, getti.rt che già vedutali da Gurgenfe la riduttione del CongreiTo in Mantoua fruftatoria, evanna^ ritornòoltreiMonti,econuen-mhper ne il Vefcouo far lo fteflb per Parigi. Monti1 Difunitiiìin talguifagli finimenti della pace, vnì tanto più il Senato li militari alla guerra . Decretò la condotta di altri due Jtmarr&li mila CaualligroiTi ; di altrettanti leggieri d’Albania,e difei mila Veneti. pedoni. Ordinò in Candia l’armamento di lèi Galee, oltre alle trenta già commefle, trà lo fteiTo Regno, l’Ifole, laDalmatia, e Venetia. Caduto Giouanni Moro, Generale dell’Armata, in quei giorni infermo, lo chiamò alla Patria, eleggendoui Andrea "b ondimi e Bondimiero in vece;e prontamente corrifpofe al Papa la fua toc-ro Generai cante portione didenaio, conforme agli accordi, per altri fei mi’ Mtmimo. lasuizzeriaffaldati. Ma tali deliberate prouifioni richiedendo tempo, & induftria, non giouauano peri bifogni precipito!! imminenti . Non