LIBRO SECONDO. 45 nella Giara d’adda. Per ciò l’efèrcito Veneto, tutto attento ad Efmito oiTeruar’i loro mouimenti, andauafi ammalando, e trattenen-^omuL. doàPonteuico, Terra iituatafopra gli argini del fiume Oglio, condotto, e diretto dai già detti due Capitani, il Conte di Piti-gliano, nella prima carica Generalitia, e Bartolomeo di Aluia-no, Gouernatore nella feconda, ambidue degni per Io valore, e per l’efperienzadiquelconfpicuo comando. Ma non vi è intendimento , che non ambifea ; non ambitione, che non emuli, nè emulatione, che non partorifea difeordie, e con le difeordie, graui inconuenienti. Quindi è, che cominciarono nel bel principio anche quelli due grand’huomini à tra- nÌTcfpi. boccar malamente in tali dannofè pafiioni .Cominciarono à trafigger prima de’ nemici la Republica, variando, e contendendo fra loro di opinioni, e di configli, con quella gara d’honore, per cui l’vno cercandolo fopra l’altro, bene fpefTo auuiene, ch’ambi lo fmarrifeano. Softeneua il Pitigliano, e pareua con matura prudenza nella canutezza fua. Che non fi doueffe con quell'efèrcito, non ancora perfettamente raccolto, andar incontro a nemici nella Giarad'adda, affine di non arrifehiare immantenente} e confuant aggio la fomma degl'intere (si, sli*n° • e dell' Imperio ; ma che, non curando/i per allora di Campagne pia? ne, e di cT'crrepicctole, tutte quell'armi fi conduceffero a gli Orzi ; Fortezza, che piantata tra il S erio, e 1‘Oglio, fi baerebbe d'indi potuto [occorrere le Città grandi ami fura degli attacchi, e de franagli *, Angufìiari nemici di vìueri, e diproutfioni ; Infefiarli di quando in quando con le Jortite, e in quellaguifa, à tempo lungo, e con inceffanti incommodi, ò confummarli fenza combattere, o coflri-gnerli dtjper at amente all' attacco di quel fortifsimo Luogo, doue farebbe flato intero l’efercito, e dòue non potea, chefuccedere à lui *vna celebre vittoria a' nemici vna mifèrabile ficura perdita. L’AIuiano all’incontro, di non tanto contenuto genio, ardente nel rifoluerfì ; pronto in eieguire, e coraggioso diuenuto ancora più, per le felicità in Iftria, e in Friuli di frefeo incontrate, proponea difeorde. Che non f offe bene di otiofamènte attendere l'inuafioni de'France- EdelVMm fi dentro al proprio fino, in cui ogni picciola morficatura auuelenet. mano. Che ben fi douefjè con la prcuentione cangiar'il morbo in fallite, e prima dell'arrino in Italia del Rè con eftreme forze, fientraffe, fenza indugiare di vantaggio, nello Stato di Milano, onde poi arrinatimi la Mae fi à Sua, e già trouata la guerra principiai a, non più potè f se vnir fi con le altre tante militie, che la flauano attendendo, e conuemfse difitnitamente combattere dentro al fm proprio domìnio con infiniti fuant aggi. Trà