LIBRO DECIMOQVINTO. 58? CarIo,efpeciaImente , perche era Itato egli il primo à pacificarli con elfo lui così conuenia dubitare di fdegnarlo, facendone hora vn’altra , tendente tutta à fuoi maggiori pregiudici; . Vn terzo impedimento vera, fe ben più lontano , lòrfepiù apprenfi-bile degli altri due . Vi era » che da quefto replicato Conuento in Bologna potelfeil Turco prendere di nuouo fofpetto di vn generale trattato Chriiliano contro di fe, e che già tenendo pronte le A rinate marittime, preueniifervnione, e l’vfcita delle dubitate nemiche fue. Quelli furono i tré punti,che già haueano cofiderati liSenatori prima d’efTererichieiti,e per i qualis’eranodeliberati in contrario. Nelle rifpofte negatiue non però poterono addurre li due primi. Non poterono dire à Gelare* nè la gelofìa delia fua troppo grande fouranità nell'Italia ; nè i rifpetti di non difgu-ilar maggiormente il Rè Chriilianiifimo con nuoua Colleganza. Si tennero lolamente al terzo del Turco , e non fu meno q«efto pouero, benche folo»di quelle ragioni,ches‘erano poco di- ■ anzi allo ilt fio Pontefice fuccofamente confiderà te, quando ri-chielè la Republica dvna Lega generale Cattolica contra Soli-mano. ^ Ampia la [orz>a di co fluì, non douerfi ingeloftre la fua barba- vaimntr rie . Nefsan Prenctpe tronar fipia obli gato de ila Republica ad afte-ner[ene,che affidato hauealo con [refe a ptce^con [pedi t ioni di Miniftri, fuo • e con dtmofìrationi cor te fi[cambteuoli . Vna Fiera, che s'incrudelì [se anco ai blandimenti,ei[er co [ape[sima lo irritarla con le minacce. Àia qual cofa poter più condurre Solimano à rompere alla República la guerra,che[aputalainteruenuta anchefsa neICongre[sodargli crede-re, che la rompi à lui còtra l'amicitia,e quelri[petto,v[atopoco dianzj dall'armi ine ver [a l' /fole, egli Stati Veneti ? Ogni picciol dubbio ad vnhnomo altero di e [sere offe¡0 , batterlo à ficur a offe [a,per vendicar-[è ne. Efsendo Bologna quella mede [ima C ittà,m cui trattofsìancora contro d'eJfovnaCr ucci at a, eccoti dubbio, conuert itogli tanto più iv certeZjZja.edeccolo alla República dichiarato accerimo nemico . Pregar [pertanto Clementes chieder[1 a Carlo di aggradire, ch'ella non fi efponga. Gta viuere la Colleganz.a Italiana; Giàpontualmente o[ser~ uarfenei patti ; Già e [sere tenuto il S enato à difendere il Ducato di Milano, el Regno di Napoli contra cia[cheduno, e già importar nulla, dincluder ut anche Genoua,mentre volendo i nemici colà condurfi, ne-cefsariamente conuerrebbero tranfitar per lo S tato me de fimo Milane-fiy e in ogni modo [arebbono tarmi Venete oblígate, fenz^a capitolato maggiore Joro ad affrontarfijn co[a dunque di ni un bi[ogno\ che tanto efp'oma la Republica, e niente confería alla C biefa,alt Impero,all' Italia , af[¡curar [ì più ancora lodata la fua continenza , e rimaflopago w'ifv'nojbe fi [erbajse vii tinta,per [agrificarfi in occaftone più vrgentt Chru