no DE’FATTI VENETI te» ne per fe fletto, né per le forze , che leco teneua, il Cardinale > refofi in que’giorni maggiormente odiofo ancora, per hauer far to in publico decapitare tré di quei primari; foggetti . Menove-deuafibene appoggiato al di fuori . Ancorché fiano gli interef-fi eguali, difuguagliandolì le maniere del procedere , quando gli affetti fi difuguagliano , non fi poteua confidar nel Duca di Vrbino,troppo fuo nemico, e che per anco fermauafì con l’eferci-to à Cafalecchio. A quetto fuo male di ettremo pericolo applicò vna medicina di tanta violenza, che gli fconuolfetutti gli humori, e finì di pericolarlo. D iede in cuftodia la Città, e le Porte à quin-deci principali di que’Cittadini, fenza riflettere,nè al loro interef-fe, né al loro affetto, ed incontrò, per fua tritta forte, che foifero tutti partialiifimi de’Bentiuogli. Totto fe né auuide ; ma non ef-fendo più tempo di correggere Terrore , rifolfedifottrarne dif-peratamente la vita , Cangiatofi d’habito la notte , e per alcuni teff1"41 fori del fuo Palagio entrato nella Cittadella , d’indi vici per la Porta del foccorfo;ed incaminottì frettolofo verfo Imola, accompagnato da Guido Vaina, fuo Cognato, e da cento Caualli della propria guardia . Subito diuulgataiì per Bologna la fua repentina fuga, fcoppiò generalmente 3 & alla fcoperta la già difpofla tu-multuatione. Furono deprìmi à correre alle Porte di San Felice, e delle Lame, Lorenzo Anciti)eFrancefcoRinucci, duede’quindici,da lui già deflinati in difefaj e pretto occu patele, ne mandarono T aulì ifo,e 1’inuito aiBentiuogli. Quetti fubito vi fi auuicinarono con le proprie genti, e con lo fpalleggio d’altre Francefì,che loro con-fegnòil Triultio ; e perche Raffaelo de’Pazzi, vno deGapitani del Papa, cuttodiua il Ponte à Reno, guadarono più difottoil fiume, e per quella via introdottifi in Bologna, furonui con gran-deallegrezza , edapplaufo riceuuti. Duraua la notte ancora, vagì?™' quando il Duca di Vrbino in vn folo tempo intefe Iafuga del Car* entrano- dinaie, e la ribellione, e Toccupatione di quella Città. Diftende-ua da Cafalecchio fino alla Porta di Siragoza le fue genti, per Io i rbino fi che non feppe in quel Tanguftia, che fubito leuaruifi. Prefelavia iinntnc- d’intorno alle muraglie , e fi portò per etta nell’lmolefe , fenza defJftid. darne vna minima notitia al Campo Venetiano , chefìfermaua fopra il Monte, chiamato, San Luca , Saputa,c hebbero li Benti-uogli Iafuga di Vrbino, e fattala fubito in tendere al Triultio, vfcirono da Bologna , feguitati da gran numero di adherenti, e Popolari; Altri, loro accompagnaronfi da’vicini Monti, ed vrta-mentine' tl più parti gTEcclefìaflici, ne fecero gran ttrage, e s’impadro-£ii io rom- nirono dei Carriaggi, e delle artiglierie. Arriuato affai tardo al rono‘ Proueditore Cappello Tauuifo del fuggito Duca, e rimafto folo ,