402 DE FATTI VENETI Ffddeca maGio:PaoloBaglione, eimputatolodi molte colpe,efpeciaI-vaoio uT mente col detto Duca di partialità,ed’intere{Te, lofecepublica* tu™, mente decapitare. Mentr egli andaua in queilaguiih procedendo contragli Stati , e contra le perfone, toccò ancora lui d'incorrere in vn gran pencolo deda propria vita. Pensò, e concertò iniquamente contro d eifo il Cardinal’Alfonfo di Siena, difguitatofi,perchehauef- per (a con- le malecorrifpoftofecoin più occafioni, non ortante , chefoffe m di lui, egli flato trà i giouiniCardinali principale à promuouerlo Pontefice . Prima concepì di vcciderlo di propria mano , ò alle caccie, òin altra più fàcile maniera . Poi con fiderata la difficoltà dell’ efito, ed il pericolo di fe fleffo, feelfe il mezzo del veleno > e con-certoflocovn Chirurgo, Battirta da Vercelli, il quale medicaua frequentemente àLeone vnafiftola . Scoprirti la barbarie, che, troppo facrilega ,nonpotea ,nèftarcoperta, nè hauerneeffetto, ru arredato Alfonfo, con altri due Cardinali, imputati di adhe-renza, e dopo hauere altamente efclamato la Santità Sua in Con-ciftorocontra la tramata enormità , conuintone Alfonfo > e di-iir*rdiv?j gradatolodella PorporaCardinalitia,lo fèrtrozzar’in prigione. &>u/ho$ Parimente convinti d’intelligenza,patirono il fupplicio, e ^to. gli altri due Cardinali, digradati anch’ertì,furono à perpetua carcere condannati. Efercitataiì in tal guiiadal Papa la Giaftitia, e puniti gl infidiatori nemici, volle altreficonfolar’i fuoi partiali, ve°!u%0' e SoCdoneaICarciinaIato in vn folo Cócilloro trenta vno.Entrò Cardinal), contali accidenti il nuouo anno ,il quale, fe non venne trauaglia-1520/ todaeierciti, ne dafpargimentidifangue in Italia, fegnalollo al-r ouevn caiodi rileuanzaaffai maggiore,poiché ferì mortalmen- C c1 r.vCt/r 11 ^ poftqlica Sede, e la religione medefima. L! CIto“ìneIla .1^rouincia diSaffonia, Regione Alemanna , 1’ Dottrina empia dottrina di Martin Lutero, Frate profèifo nell’ordinede-tuufo!** -i T) r an.i > ? bencheniuna inferuorata diligenza ometteffe . nPte ne* Pr*mi fuoi principi], per {radicarla, narue, chean-zi all applicate medicine maggiormente peggiorane il male, pullulando , ed ertendendofì più fempre » come pur troppo aldi d* 1521. jjosgifenepiagnel infelicità. Ma nell’anno fuccedutoui, non fù J Vngheria meno imbrattata da’Turchi di fingue Chrirtiano, che da Chrirtiani l’Italia . Poco flette l'imperatore Solimano à Sp°er7Zlè vertfcar 1 Pre%5*della fiia barbarie. Armò in Coftantinopoli vn tremendo efercito, & andollodifponendo, per fpignerlo nel-. Ungheria, e per paflàrui lui rtefìo perfonalmente alla tefta. Sentitoli a foprafare da vn tanto pericolo quel Rè Lodouico, procu-^ iere>tutte S°rzc poffibili in difefa . Spedì à Prenci-pi Cnnitiani vn’Ambafciatore, per efporre loro, la fouraftante