614 DE’ FATTI VENETI con dodici Sangiacchi , accompagnati da ottocento foldati per vno , e da quattromila Gianizzeri, de’più aggueriti. DueCo-mandanti iuperioridiriggejuano quello gran corpo marittimo . Barbar off a Barbaroffa fòitenea la Carica , el titolo di Capitano del Mare, e mnìu»ti LuftìBaiciàerail Generaliffimo foprale Imprefe , fpiegando Io 1 Stendardo primo', nè pur’ancora penetrauaiì à qual parte douef-fero quell'ar mi volgerli; itile pure folito degl’Ottomani » di tentar trà il timor , che porgono, e la fperanza, che non tolgono, di cogliere improuifamente il nemico. Andrea Doria , fuperatain tanto la difficoltà, che i Genouefr haueaglipromoifa , perche non fi allontanaffe da que’Contorni , folco il Mare con le fu e , e con alcune Galee , capitategli da Barcellona , e veleggiò à Ciuità Vecchia, per ritrouarui le Pontificie , e per trarfi con effe infieme ad accompagnarfì con l’altre. Troucuuele , ma non in ordine , per poter fecovfcir del Porto; onde non volendo , che, per la fola mancanza di quella fquadra, gli mancaffe tutta T Armata , andò al Faro di Meffinacon lefo-le fue, doue tolto gìunteui quelle di Napoli, Sicilia, e Malta, ac-*F°aro “dì compagnoflì in vn buon corpo . Non però feruendogli il cuore MeffiM. di trariì auanti alla fronte de’ nemici, troppo eccedendolo , così di legni , come di foldati, rifolfe di prendere vn’altroconfiglio . Rifolfedirinforzare vn piùriffretto numero di Galee, perla-fue Gei- fciarle indebolite in qualche Porto, ed ei fpignerfi con l’altre bene in ordine verfo il Leuante à trauagliaregli Stati Turchefchi. Trà quello tempo s’era I5Armata della Republica raccolta ^mcta tutta à Corfù in numero di fettanta Galee, di molte altre Velein-Vewta à feriori, e comandata dal già detto Generale, Girolamo Pefari . corfu. Teniuaeglirordinariefuecommiiiìonidicóferuarfi non partia-le, nèdegrvni,nèdegl’altri,nèmeno muouerlì, che nel folo cafo di qualche pericolo,ò ingiuria à fe fletto,ò à gli Stati del Dominio. Ma lì come in quella parte di douer reggerli con gl’ordini della fouranità del Senato 3 già egli non hauea dubbio di vna cieca efe-cutione , così nell’altrajledi tenereTArmat^vnita, òdifeparar-la, ediuiderla in più corpi, nerichiefelapublica difpofìtione. dm fe Varijparerivertironofopra quello gran punto trà i Senatori, t/u^iù'venendo combattuto qualunque partito da molti contrari;. corpi Quanto al Luogo, fe faceualì calar più dentro al Golfo TArma-ta intera, fi lafciauaefpofto, ed abbandonato alla Turca il Leuante, e farebbe llato imponìbile di più congiugnerla con la Spa-gnuola, quando anche la necelfità lo hauelfe viuaméte ricercato Maportaua feco più grauioppofitioni ¿ancora il trattenerla in* quella lótanaza.Rimaneua il Golfo,che era il cuore del Dominio, foggetto,ed aperto à tutte le incurfioni, e veniafi parimente à tagliar