DE’ FATTI VENETI ne, per indur Cefare ad abbandonar la Republica ; à diuentarle nemico, & à feco vnirfi, per interamente eflerminarla. Difficilmente à tali fiere perfecutioni, & euidenti impofture, haurebbe predata credenza Mafsimiliano > quando l’animo fuo non foffe flato parimente tocco, ed vlcerato dalle medefime: anzi da più vehementi paffioni del Rè di Francia. Tormentaualo la ifteifa dominante inuidia. Alimentaua nel proprio feno, fenza gl’al-truinodrimenti,l’odio,elamaleuolenzaiilefÌà, e fehauea defi-derata, e la triegua, e la pace con la Republica, non vi fi era moffo per affetto verfo lei ; ma per foflegno de propri; veffati in-tereffi, e perche trouauafi nelle prenarrate anguille, impotente, ò almeno poco atto à reggere la già incominciata guerra, con perdite di luoghi, con disfacimenti di eferciti, econ eccidi; maggiori fopraflanti.che lobligauano più toflo àfomentar’effo Ltii- ?endelocv» che di effere da Luigi fomentato. Nulla per tanto ci fòche cnt. co» ^jre ^ accj^che Cefare prontamente fe ne perfuadefTe, e à tali offici; s’infiammafle di quel fiero fdegno, che già noncouauatrà piccioJe fcintilk, ò teneua tra fredde ceneri fepoko. Quando vide Luigi di hauere accefo baflantemente il fuoco in M affimi-come anco hano i gittofi ad attizzarne vn’altro nel Rè di Spagna : anzi à da-%*ìadi re ^adempimento ainegotiati » ed ai concerti già ilabiliti trà lo> roinfiemeà Sauona ; onde bailo folo di auuertirlo, che era quel- lo il tempodi ricuperare i Luoghi , ei Porti, poifeduti in Puglia dalla Republica. Col Pontefice poi non occorfe di vantaggio . Già ardendo egli da fe medefimo ; non rimafe maggior bifogno à Luigi, che di continuare feco il filo delle fempre tenute commi! nicationi , e ragguagliarlo di ciò, che di tempo in tempo andana teffendo, & concertando con le due predette Corone. Fi-Eega con- nalmente fi conchiufe,efù la conchiufione, la Colleganza delle Quattro*11 già accenate quattro Potenze, nelle quali potea dir finche fi com-fontra u prendeffèro, trattane l’Inghilterra, le parti principali, chefor-xepubUca. mano il Cattolichiimo ; laChiefa, la Germania, la Francia, e la Spagna. L borrendo Concilio fi raccolfe, come già lì difie in in, càbw‘ Cambra y. V’interuenne per Cefare Margherita, fua figliuola, che reggea la Fiandra in qualità di Tutrice dell’Arciduca Car- lo , pure di lei figliuolo, e pupillo allora ; e tanto hà forza Nnte-reffe di dominar’, e di cambiar gli affetti, e le paffioni. ch’ella non ifdegnò d’interuenirui , e d’effere ¿frumento, per innalzare le grandezze della Corona di Francia, benehe hauefsegià patita dal Rè Carlo Ottauo intollerabile ingiuria - dieffer fiata con infinito fprezzo da lui ripudiata. Fuui per lo Rè Luigi il Cardinale di Rohan, àcui più toflo fi haurebbe potuto qualche au-uerfìone ragioneuolmente concedere, per cagion del molto, che hauea