*48 D E’ F A TT I V E N E T I 'febeo- Spatrinola, neruo il più agguerrito, e forte, già ri/erb^to fi intero . Il gu™ml'a perduto, factl à rimetter fi da tre Potent ai di Roma , Veneti a ^ \vfitto ’ efya&na> arbitri, poteuanodirfi, d’Italia. I nemici all'incontro,con Cattolici la morte delGenerale, & altri grani loro incontri,gia > urcuarfi con~ fu fi, fior diti. Frale firpentt dife or dte della Paliffaye San Sederino , fottentrati nuoui al comando , e nulla, òpoco obbediti, diriger fi quell’armi fenza redola, nè rifpetto alcuno. E fiere il loro Campo ri-¿r# vtttortofofma sfiorii to della fu a più valor afa mi litia. Difficile il rimetterla tantoflo di là da*Monti. Ritrouarfiberìaltrefi già preparati gli Suiz^zeri,per entrare nello Stato Milanefe, egeneralmente affalirlo. I due Rè, Spagnuolo, & Inglefe,poffarefra loro di concerto , per far lo fiejjo contra la Francia. Inutluppato, ed obli-gato à tante moleftie quel Rè, mandi , à Roma , fe potrà, vn filo Fantesche gli refti della fua propria dtfsfa libero, e dificcupato . La S antttà Sua fi confer uajfe per ciò di quella co fianca, che nel mezzo à tanti p affati trauagli non haueua dianzi già mai fmarrita. Scioglie fi-fi dalle catene France fi l'afflitta Prouincia yfegtà il Cielo le ne faci-litaua leforme. Non dubit ajfeyche i nemici fconcertati,e timidifofsero attora3per intraprendere quello, che nelCapice maggiore della lor fortuna non haueano meno ardito d imaginarfi-, e finalmente ,feftauarì e fisi, non per dare agli altri , ma per hauere dagli altri la legge, non douejfe la fua bontà volontariamente riceuer quella della propria figge ttione. Quelle bellicole ponderationi incontrando il genio feroce del Pontefice, molto più gli piaceuanodell’altretimorofe de’Cardi-Ter lo canali. AppreiTo agli offici; procuraua d’incoraggirlo la Repu-iirvap°aa bHca con effettiui foccorfi etiandio. Mandò tra quegli fteflì mo-pinfenso menti Vincenzo di Naldo nella Romagna con milleFanti, li t SSiSÌ- quali anco , entrati fubito in Faenza , la preferuarono da graue mntmiiT pencolo fopraftante. II Vice Rè fimilmente,ch’era di già fuggito ne. in Ancona, hauendo intefo quiui gli grandi incommodi, ritentiti anco da Francefi nel conflitto, pur’eiprefe cuore à riordinare rdenari lefue militie ; à raccoglierne fotto l’Infegne dell’altre, e’1 Senato terl ^dalia maggi°rrnente 1° animò con elfettiuo contante, che Antonio 5\epubik4, Dandolo andò toilo à prefentargli. Auuenne di più in que’ giorni vn cafo fauoreuoleai Veneti, ancora che non di molta elTen-za. Due di quelli legni, veloci alTai, eperciòchiamatifi,Hirun-dini, s’introduifero con grande ardire nel Porto di Rauenna, e trouatauivna Fqita, edue Vafcelli carichi di bottini, raccolti dalDuca di Ferrara nel fatto d’armi, s’impadronirono dell’vna, Legni »■ edegl’altri, e’1 tutto condufsero à Venetia in villa publica del-vtnetiii la Piazza, ilrafcinandofi dietro con ludibrio quelTEltenii In- Duca d‘ fpo-np Ferrara’ ieone * * Ma