132 DE’ FATTI VENETI riceuuti gli ordini pofitiui del Gouerno, pronti fi accinfero ad obbedirli, Raifegnarono l’efercito, ch’era il fondamento pruv cipale della buona efecutione, etrouatoloin numero, fenza la CauaJleria, di ottomila Fanti ¡veterani, lafciarono in Padoua LucioMaluezzo, Giouanni Greco, e Gitolo da Perugia, non bene ancora ricuperato dalle rileuate ferite, fui Baftione della Marchia V Gatta ; fortirono fuori > e marchiarono fino à Carmignano* tcalmh Villaggio, non più lungi da quella Città di fette miglia, Arri-gnw' uatiuieifi, edarriuateuiparimente dell’altre militie, mandate loro dal Proueditorein Treuigi »fi accompagnarono infieme;ne* più eifendoui tempo da perdere, la mattina del giorno diètro % nello fpuntare dell Aurora, vfcirono tutti in Campagna, e tutti f p<\fotta fi auuiarono verfo la Porta di Vicenza, nominatafi Padòuana, perche d’indi s’incammina per la ilrada s che conduce à Padoua. La muraglia da quella parte non era forte, trouandofì con molte feifure oltraggiata dalFantichità;Ma vna folfa,che cignea-. la al piede, altamente empiutafi, per vna pioggia copiofa, cadutala notte, rendea difficile alquanto lo accolìaruifiSorpaf-Non. idi fatala in ogni modo Dionigi di Naldo, occupò brauamenteil kB’o*-Borgo, rifpingendo Fracafio SanSeuerino, ch*èravicito, per 5?vio?n combatter! o, Piantouui pofcia le artiglierie, e fatteui lui da vna parte, e da Lattando da Bergamo altroue larga breccia, vi pre-faÌnS'da Untarono yn feroce aifalto. Fù anche generalmente conchiufò, Bergamo. che feguiua certo in elfo l’eipugnatione di Vicenza, fé la notte fo-at!ÌeU praajiunta,nonimpedìuaiI combattere, e nonobligaua li detti due Capitani à pofare per allora l‘arme. Oramentre, chefermauafi nei loro già occupati pofti, per replicare airapparire del nuouo giorno gli aifalti, capitò à Proue-ditori, & agli altri Capitani in quell’ hore fleifenotturne vna grande eshibitione. Erain Vicenza, trà gli altri fuifcerati Cit-Guìd* n tadini verfo la Republica, vn tale di nome Guido, e quelli fpin-fiSfuÌ to da dinoto fuo naturale offequio, offerì di dar loro aperta la P°rta , chiamata, Berga. Doueua egli attendere le rifpoile, ie non per altro, per li neceiTarij concerti almeno ma fouerchia-mente anfiofo, fi portò fubito con tre figliuoli, e con alcuni fuoi Confidenti in vna Torre colà vicina. A colui, che non fi cono-fce, non potendo# preiìar mai fede, meno parue cofa buona à Veneti di darla incontanente ad vna perfona fconofciuta, e dentro ad vna Città, ch’effendo trauagliata, come nemica, conue-niuariguardarfi,non iènzafofpettod’infidieRifoliero pertanto di aflìcurarfene prima con alcuna pruoua . Vi mandarono cinquanta foli Stradiotti,, perche auuieinatifi alla Porta ileiia* manti fcopriifero ,e riportaflero più certi rifcontri del vero * Spunta-* miv