LIBRO SESTO. 2if mancato di armi fare di tempo in tempo il tutto alla publica Mae-Jià, e in obbedienza degli ordini fupremi in rifpofta ricemti, continuamente afienutofi dagl'impegni di douer combat ter e-, efpecialmen-te allora, che il Papa andò à perdere fotto la Bajtia le militiejlcredito, e la congiuntura del buon configlio, d‘infeguir\e dfefter minar invece li fuggitiui inimici. Che nell'auuicinarfi à Bologna, bau e a prefo l'alloggiamento con le fue venti in vn fito, doue non poteua effe-re, nè impegnato sforzai amerite alla battagliarne facilmente à perire . Che ini alla fine, verificate fi le altrui non fine ere volontà.par-tiffe ilC ardi naie, e partiffe Vrbino fenza dargliene vn minimo au-uifo, e din tal guifa correttolo di andarfi ancor effo mi far amente a perdere. Che già ri fu/citato, e riunito l’efercito in molta parte, rap fegnanalo alle Sourane difpofitioni, infierne con lavila y miracolo~ Jamente faluata ; Supplicando, che fi degnaffe la Publica Mae fi à di fofìituire in fuo luogo più valido, e più accreditato Soggetto , onde con la continuatione delle debolezze fue, non contwuaffero alla Patria te infelicità. Parlò in foftanza tale il Cappello; ma fi come, di fcorrendo,fol-> leuò col fuo merito l’animo afflittittìmo de’Senatori; così man- • co venne à meritare il follieuo fupplicato; anzi maggiormente à rendere defìderabile il continuato godimento della fua efpe-fienza. Fù confolato col perpetuargli in vn degno decreto le lodi, e gli applaufi, e gli fi commife, che fi trasferire fubito à Loni-go, doue s’era già condotto, con la fua portione d’efercito, An- gV " ' drea Gritti, perche quiui vnite in vn corpo le perfone > e Farmi, anco vnitamente deliberattero. Era giunto in tanto à Roma il Pontefice, diftrutto di militie , battuto d’animo, ed oltre alle perdite di genti, e di Città, niente meno tormentato, etimidope’lfuocontefo rifpetto nel già or-ce f ¡{om* dinato Concilio di Pifa. Dubitò la República, che potette quel v timore precipitarlo nelle mani, e nell’arbitrio del Rè di Francia* ed ancora più ne temè, poiché non ottante la partenza, già iègui-ta di Gurgenfe dall’Italia, non s’era il negotio mai iofpefo. Ordinò dunque all* Ambafciatore Donato , che , portatoti allV vdienza, s’efprimeife. tìauere con infinito cordoglio il Senato inte fa la perditadella C ittà di Boloqna> e l'occorfò disfipamento fufrcesfiuo dedi eferciti \ il tutto officiof eco .•> ò/ ìr / J r . • , J J r . ■ J , dell ¿ím- ptu per fatale fuentura, che per loro colpa, oper forza fupenore de - bafeiatore nemici , e meno , perche la República mancato haueffe in alcuna Vànet0' partea fe [teffa, ed a rifpettati voleri della Beatitudine Sua , con gli antichi efèmpidi hauer fempre efaltata alle grandezze, ed alle glorie la Santa Sede. Trouarfi pure ancora bramo fa, e pronta à tutte lepruoue d'vna humiliata rafsignatifsima volontà, per corregge-. reli