i\6 DE FATTI VENETI r.e li {¡acceduti infortunij. Già efferfi ricuperata y e rime [fa vna buonaparte della mi liti a Veneta joprauuarizata . Altra pur ha* uerfene da molti Luoghi raccolta. Offerir fi il tutto alle Jue ¡tintati fsime (odtsfattioni, già che tutte (corgeuanfi dirette al bene dell’ Italia , e delChriftianefimo\ e fe haueano poteflàle vicijsitudini della guerra > adattando le ruote dettarmi à quelle, fempre variabili, della forte, di produrre taloramfelici auuenimenti ? 770« ^iàcosì poter effe togliere al Senato il merito mai di ejsere, in onta di quaglinogli a difafìro, più fempre in dtfefa della pietà, e della fede co-¡tante. Parlò il Donato in conformità al Pontefice.. Altro confinile officio fu qui paifato co’l Nuntio nel Colleggio, per lo che. parue che molto la Santità Sua fi rinuigoriiTe d’animo;atteftando in rifpotta ; li fuo perpetuo debito verfo la Republica, & vna fua afféttuafa- P*ù che itabile rifolutione contra il Rè di Francia, e gli altri Pren-fponderi ^uo* confederati • N 011 veniua meno (limolato Giulio dal Rè Cattolicoà perfeuerarenella medefimafentenza. Haueua anch’ egli per J’emulatione, e per li dubbi; di troppa grandezza , come tante volte se detto, rifentite al viuo le felicità di Luigi. Infitteua- lo con gl’ofiìci; , e per accompagnare gli effetti alie promeffe di valide affi (lenze , richiamò dall’Africa vna buona Armata , che haueaui già fpedita à guerreggiare i Mori, e fecela paffarein Regno di Napoli. A tale fiato ridottefi lecofe , il primo sfogo della paflìone del Papa fu contra Bologna . Come nemica , e ribelle feueramente Tapàntra- fcomunicolla,e fpinfe M.AntonioColonaadaffalire il Territo-Trelao\con'ario > C^e venne Pei*ò dal Popolo fortitoui valorofamente rif-traBcugm pjnto fecondo fuaporamento fuo fu contra l’ordinato Concilio Pifano . Efclamò , che fenza l’autorità del Pontefice non fi poteffe chiamarlo . Protetto al Rè medefimo in vn Brieue , che nQn era fua, ma de Papi la facoltà ; e per maggiormente confondere, e diffoluer quello , egli nè chiamò vno in Roma per lo pri-ctón*M>» mo giorno di Maggio nella Chiela Laterameiiiè ; ed intimò in concaio m G]tre vn Monitorio à tre Cardinali » fuoi principali nemici, Santa Croce, San Malo, eCofenza, che fotto pena di perdere il Cappello , ed ogn’altro beneficio , doueffero prefentarfi nel termine di feifanta giorni à fuoi piedi. Mentre così operaua Giulio in Roma , e ftaua il Triultio per anco attendendo gli ordini del Rè, per fa pere in qual modo reggerli , ftimò bene il Duca Alfonfodi va-lerfi deH’offeritagli buona congiuntura . Chiufe con alcuni Va-fcelli le foci del Pò, e tentò più voi te d’infettare il Polefine di Ro-uigo; ma trouatolo validamente difèlo, conuenne rifpinto, retrocedere . Nelle parti del Friuli pur facendoli li Tedefchi gagliar-