LIBRO DECIMO SESTO. ¿79 Miniftri,mandò Cefare al Papa Luigi Dauila; Fece» che anco il sìmili '»»-Chriftianiffimo v’inuiafle Monfignor di Guci, & ambi parlaro- fL no nella iteiTa confonanza.Non volentieri fentiua né anche la San- *** titàSua quell'abboccamento . Temea egualmente, che poteiTe andar'à prorompere a’danni dell’Italia, e le hauefle potuto diftornarlo , lo haurebbe fatto di buon coniìglio . EiTendo in ogni modo , come legge la volontà de’ potenti, fù sforzata à moftrare di adherirui. Deilinò, e fé partire per Parigi il Cardinal Farnefe ; fuoNipote, e conia fteffa ragione conuennelaRepublicaeleg-S'^ gerui anch’ella due Ambafciatori, Vincenzo Grimani, e Anto-nio Cappello, amendue Procuratori di San Marco. peraffiliere Occorfe per grande incontro , che capitaffero in quei giorni à flmentÒ". Venetia lettere del Bailo di grande importanza.ConteneuanleiTe, ^'r7S, 9 che preparandofi in Coilantinopoli confpicui fpettacoli, per fo- smtonh lennizarfi le Nozze d’vna figliuola del Gran Signore , e'1 ritaglio mlnlllilf infieme di due figliuoli,era flato richiedo da’principaJiBaicià,che ftc°atod* vimandaffelaRepublica , come gli altri Prencipi,vn’ Ambafcia-toreaffiliente , poiché con quell’occafìone li haurebbero potuto ripigliare li già principiati maneggi di pace . Non potè far dime-no il Senato in quelle tanto peggiorate congiunture, di non afcri- Tur^ d~ nere àgratia del Diuino patrocinio quefte rinouate richiede de* apJU' Turchi. E quaFera il bene,che potea fperare per douerui otturar le orecchie, e non curar ingratamente vna tanta quiete dall’Im-perator’Ottotnano nuouamente ricercata ? Non già perfuadeua puMcaptr à ciò il deftinato CongrefTo in Parigi di Celare, e del Rè, doue già fapeafl, che peri foli loro intereffi vi fi conduceano. Non già le diligenze,fpecialmentedel medefìmo Cefare, folointenteà cercare il fuo refpiro negli altrui trauagli. Qui, nelle già date rifpo-fteagli duelnuiati, meno sera il Gouerno legato à vincolo nìuno, mafolamente riferuatoiì àfar paflì allora, che haueife veduto anche gli altri à muouerfi. Scorgeua foprauuenirgli à gran paffi lanuoua ftagione. BarbarolTaà Lepanto con vailo numero di Galee,e di Fufte, Tempre in atto, ed in tiro dialTaIir’, e opprimere . Smunti, e fuifcerati gli Erari; ; Annichilati gli fudditi con im-pofitionigraui; Vn’eilrema careftia,che anguftiaua in quell’anno la Città, e lo Stato co vn’afFarpata difperatione; ma oltre à tali, e tanti ftrignentiffimimotiui tré altri ne fopraggiunfero, che finirono di auuer tire i Padri, ànon più attendere con l’altrui efem-pio,che à loro foliintereffi ;LVno fù, che hauendo già rigoro-iamente negato la Sicilia di permettere vna richieda eftrattion di graniàrefrigerio diquefta medefima Dominante, le venifTe altrettanto cortefemente conceduta da gli Stati degli flefli Turchi inimici. Il fecondo vnAmbafciatore del Rè Giouanni d’Voghe- ria