H DE FATTI VENETI. Manfredi0 ^ amarono verio Faenza pieni d’ardimento ; Ma dirti- frigioni. mile il Luogo, furon’ancheloro dirtimili l'Imprefa ,e la fortuna« Faln^a *'0 Tanta impennata durezza ritrouaronui, che furono sforzati, fVìT ' dopo qualche efperimento, à ritirarli, e fi portarono ad aifalire noiicasSu vn Cartello , detto Rufli, foprali dirtrittuali confini di Rauen-1q na. Haueano già con forti, ed infittenti colpi di Cannone diroccata vna buona portione di muraglie ; e già iettecento Fanti dentroui, non piuvedeano ripiego alla loro troppo difficileial-uezza ; quando capitato vn ragguaglio à nemici, che molte mili-tie, fortitefuori di Rauenna, frettolofiimente marchiartene alia loro volta, peraifalirli, efolleuare daltrauaglio il Luogo, temerono à tale notitia deffer colti trà quelle , e trà gl’afle-diati nel mezzo; onde fpicearonoloro contro la Caualleria Leggiera, dalla quale principiatali la fcaramuccia, e iopraggiun-toui tutti poi, attaccòifi generalmente il conflitto. Vago la vittoria dubbiofa qualche tempo, più torto parendo, che poteife inclinare decifiuamente in fauore. Mane combattimentifempre girando, comefopra la ruota, Peuento, portò la fortuna, che ad vn Capitano, Giouanni Frefco, principale Conduttore della gente Venetiana , cadeiFedi fottoil Cauallo, e caduto à terra,ne rimaneife prigione. Perduto il Capo, gli altri fi perderon d’animo . Dieronfi alla riuolta, ed alla fuga, elafciarono di nuouo a’ nemici libero il Campo, per ripigliare l’affedio, che durò qualche giorno ancora, e fino, che quei di dentro, quafi tutti confumati allebreccie, &agliaifaltij furono sforzati àdouerfi finalmente dono™"' arrendere . Così dal Papa nella Romagna > e dal Ré di Francia nella Lombardia, incominciatafi ferocemente la guerra, peruenne auuifo da Napoli, che nè meno il Rè di Spagna ìafciaife più fcorrere otiofamente il fuo tempo. Già quel Vice-Rè hauea raccolte in groffo numero le fue militie. In Roma ne aifoldaua dell altre P-AmbafciatoreSpagnuoIo;onde rtauano in procinto anche quelle Armate di veleggiare nella Puglia alPacquifto, per la Corona fp^nlda Cattolica, di quelle Città , nei riparti di Cambra) toccatele . 'dituiV non ^ nuouo Per° al Senato. Hauea potuto, à tante altre fi andur' notitse, e pruoue, molto ben fcoprire, niente meno degli altri -Puglia. prencipi? fuo nemico accerimo il Rè Ferdinando, per lo che anco hauea già fpinto vn’altro corpo d’Armata in quell’acque fot-Gio: Moro to il comando di Giouanni Moro, di grande ifperienza maritti-uldimldi ma. Ora nondimeno volle rimprouerare alI’Ambafciatore Spa-Hrpl**0 gnuolo, qui ancora dimorante, lefalfeaifertioni di amicitia , e Fjmproue pace, tante volte da lui alficurata, della Maertà del fuo Rè. Gli bafciatove Jelfe vn officio, ripieno di graui indolenze, e di pungenti accufè* Spagnuolo. nè già