LIBRO SETTIMO. ió9 raddoppiato impulfo ad ogni modo di vendetta, e di racquifto, troppo teneua fanguinofa l’acerba piaga,per no tentarfi di perfettamente fanarla. Difpensò dunque patenti il Senato,per affol dar due mila Grigioni;Crebbe à molti Capitani Io llipendio, e cofolo, ed eccitò più benemeriti, con Iarga,e generofa mano Nulla però erano per valere, nè quelle, nè altre diligenze,fe il Veneto elèrci-to per anco nello Stato di Milano dimorante,no lì Jicentiaua,e di-funiua dallo Suizzero, onde fcrilìero quelli Padri a* Proueditori, e Capitani, che tolto dal Sedunenfe con foaue maniera congedo , Et ordini andaifero à porre in effetto le già deliberate Imprefè. Egli no po-tea per niuna maniera pretédernediiguflo.Giàs’eraimpadronito^Tfea'r. di Milano,e di quel Ducato;hauea già Icacciati, lì poteua dire,tut- u. % pur’ ti li Francefi dalla Prouincia, col braccio da quelt’armi fportogli, chebifognorimaneua più,per colà trattenerle ancora', fe pure non folfe flato ambitiofodi continuarfelefoggette ? E vero,che poteafi dubitare ancora del Rè di Francia, già fapendolì, ch'era infiamrpatilTimoà vendicarti di tanti oltraggi, e perdite patite; Mà conuenendo anche il grande patientare ai capricci della fortuna, non poteua,che differire i penlìeri, trouandolì allora molto più obligato à difendere il fuo Regno dalI’Armate Inglefì, e Spa-gnuole, che oramai per terra, e per mare lo haueuano attaccato, cheàrifentirlìda Iótano qui in Italia degli infelici occorlìgli fuc-ceflì. Parue nondimeno à Sedunenfe di niegare a’ Veneti la per- sedune»r« miffionerichieftagli dipartire. Inuentò di voler’andare in Pie-plrmttc? monte contra il Duca di Sauoia, e’1 Marchefe di Saluzzo, dimo-flratifì partigiani de’ Francefi ; ma lì dubitò, ch’egli Io faceffe per compiacere à Mafsimiliano, alquale infinitamente premeua, che la Republica non fi rimpofsefsaffe delle dette due Città. Quella era vna violenza, che non poteua vantare mai titolo di ragione, e meno dopo tante altre,ch’eglihaueuacótra Tarmi Venere già in-folentementecommeffe;fino eflendo paffatoin que’giorni à tentar di ellorquere da’ loro Capitani sforzatamente denari. Deliberato hauendo per tanto elfi di non voler fofferire per alcun modo sì fatte ingiurie, rifolfero di deluderlo con l’arte, già che non poteuano altrimenti metterlo al douere. Attefane la congiuntura, cadde vn giorno, che il Campo Suizzero lì condul-fein AlelTandria. Partirono effi d’ìmprouifo per la via del Bofco T£od°*^ con tutto I’elercito, ed arriuatilènza oppofìtionefopra il Pò alla te. Caua,Iopaffaronofopravn Ponte, da lorodiilefouùdiuidendo, Ey>iad e fpignendo pofcia in due corpi le militie, I’vno contra Brefcia, l’altro contra Crema.Le haurebbono anche facilmente amendue cuti-1* acquetate , feritrouati della lteffa opinione fi fbttèrogli Allea-ti Prencipi. Ma già furtiuamentediigiuntolì dallo Suizzero que- ito