LIBRO TERZO. 95 che proferì qualche voce di acconfentirnento alla refa, Ma vn’-Artigiano, Marco Calzolaio Cremafco , trattofi d’improuifo nel mezzo della publica Piazza, non con altre arme nelle fue mani, chedVn Veifillo fpiegato della Republica, gridando alta-$ue\TcÌnl-menteil ViuaSan Marco,commoiTeintal guifa l'vniuerfale con-a’. corfoui della Città, c’hebbe gran fatica il DreiTmo di fortirui, & Calzolaio. ella reftò, come vnchiufo , e riferuato tabernacolo d’incorrot- IciLTeo-ta>e d’immaculata fede, fmpfrf- Porfeà Venetiaquefto feliciflimo auuifoquel contento, che Imperatore niente colui, quando, caduto dentro ad yn rapido fiume 5 mentre, che, afferrato yn picciolo, e tenero virgulto, agita trà la Speranza, e’1 timore , troua alla fine vn refiftente, efortefoftegno, Con gran che maggiormente lo rincora à tutti gli sforzi, per fottraruiiì, edvfcirne faluo. Città Treuigi , ch’era ilata alla Republica il primo fondamento del Dominio fuo in Terra ferma. Che ha-ueala perduta, e ricuperata più volte . Che in altri tempi, in ca-fo per appunto finiile, fe l’era conferuata fola trà tutte l’altre per fiorire ad vn più gloriofo racquifìato Imperio, fu riceuuta, ed applaudita da Senatori, per augurio, e confidenza di alti vicini ri-iòrgimenti. Subito applicarono à due cofe ; f vna di ben munir- CJ^J^ Ja, e prefidiarla di militie, neceffario nodrimento della coftan-za; l’altra, di armare niente meno gli animi de’Popoli con pri- f'¿¡¡ffljf uilegi, & indulgenze , Per la prima , vi fi fecero incontanente auanzar dentro fettecento Fanti , condottiui da Pietro Duo- J^°rDm do , in qualità di Proueditore ftraordinario , e che porto in editore0/' fieme feco munitioni da viuere, e da guerra in abbondanza. Per la feconda, publicouuifi vna flrida, che difpensó, e folleuò tutti Libcr ui u li debitori di grauezze, ed’impòfitionipubliche, così del tempo debitori pu trafcorfo, come per anni quindici fuffeguenti; Sidierono allefoìfbuiT fiamme nel mezzo della Piazza tutti gli altri libri decorni, e de1 refti ; fuoco quello il più rifplendente, per accendere ne’ fud-diti la deuotione; e Marco, che era flato il mantice, e fautore principaled’ognibene, venne dalla publica munificenza fe-a»larghe gnalatamente retribuito, rnetvÌuct Sopraggiunfero due nuoue intanto, che, fé bene la iòmma del- ¿ùo.* la guerra, e le già conce pute Speranze non offènderono » am mareggiarono in qualche parte pero quella dolcezza, che s era principiata vn poco ad affaggia're, Peruenne auuifo, che, Scorrendo gli Alemanni liberamente il paefe,haueifero preio il CaflelIodiBafciano, lungi da Treuigi circa ventiquattro miglia, per vile abbandono fattone da Fe-derigo Michele,che vi rifiedea Proueditore ;e che per vna fimile debolezza di Andrea Rimondo,era fucceduto lo fteffofopra \amnni' Piaue