m DE’ FATTI VENETI fi confidò j che la ragion fola placar poteife quella barbarie. A g-giunfe al Bailo medefimo facoltà di eshibir’anco à quei Miniftri principali qualche fomma di denaio in ogni cafo, che ne vedefTe il bifogno. Così egli maneggiò il negotio, e così alla fine gli forti di fopire il tutto con l’esborfo di venticinque mila ducati} né conten-'fSano. tatofidi tanto il Senato, chiamò il Trono àgiuftificarfi in prigio-Eunifceai°ne ^ ^ucce^°5 e relegollo fopra l’Ifola di Cherio per anni dieci« fr!ÌV Mentre andauanoquefti accidenti l’vno dietro all’altro auue-Corfaie nendo, partito dall’Africa con TArmata fua Dragut , ed incon-prtde un- trate ad Ifchia fei Naui Chriftiane da carico, fuperonne cinque; 1’ njju,. ajtra ^ c|1^era Ragufea}più tofto, che cadérgli nelle mani, diede il fuoco alla poluere , volando in aria , e così ritornò coitui anche quefta volta, carico di fpoglie in Africa » Il Ré Filippo, Prenci pe grande, e d'animo eguale, non cedendo à trilli eventi di rea fortuna, accadutigli ancora in quelle parti, volle di nuouo efperimentarla, pur per opprimere la temerità di colui. Armò cento legni trà Naui) e Galee, e glie li fpinfe contro tn africa fotto il comando di Don Garzia di Toledo , ch’era allora il Vice *er0i™uil Rè di Sicilia. Approdato colà egli, prefe di primo lancio àbatte* uiLfdlSi re vn Gattello, detto il Pignone, fituatoin Ifola fopra vno fcoglio, che mì nido famigliare de'Corfali, e dopo qualche durezza lo vinfe ,e vc-cSìuo’? cife i Morì, e gl’Arabi, che v erano dentro. Armaua in queito tempo pur anche il Turco , edalfolito non fi fapeua per doue . Alcun’indicio camminaua contra PIfoIa di Malta, à cagione dVna preda, c’hauea fatta la fq uadra di que’Ca-ualieri neH’acque delZanted’vnaTurcheica Galea. Perciò au-uertendo il Pontefice à fe ileiTo, ed al Chriitianefimo infìeme, im-pofe generai mente otto Decime Ecclefiafliche.Bramofo anco in queflo tempo di far vedere la ftima , e l’affetto fuoalla Republi-prochif' ca> donolle allora il Palagio di San Marco in Roma già fabbricato dd va Secondo, per domicilio degli Ambafciatori, e di vn Car- ■pdj e Vme- dinaie Venetiano ; e ne ricambiò la gratia il Senato, col dono, che *M‘ qui parimente fece d’vno à Legati Pontifici;, contiguo alla Chiefa di San Francefco. Alla Beatitndine Sua accaderono due cafi in tanto di non poca agitatione . Fùl’vno , che cinque trifti fi congiurarono infìeme per torle barbaramente la vita, vociferandofi à ciò moffi da vn’in* fpiratione >ò vifione hauuta d Angeli, che doueffe fuccedere nella Santa Sede vn Redentore di tutto il Mondo alla vera fede di Chriflo. Foife ciò vn pretefto per mitigar la colpa Sacrilega,fde-irèplicÌf §no^a Iddio > Ne fece fcoprire la trama, ed arreftati tré di quei ri-"voleuana baldi, patirono vn publicofupplicio . L’altro incontro molefto scadérlo, le nacque da vna competenza fiata già promoffa ancora trà li due Am-