ij4 DE’FATTI VENETI do la Maeflà Sua . Hauea già depredo Malfimiliano fotto il Manto di folleuatore, e di buon’amico. Oltre alle militie >già che . . introdotte, & il denaio, fatto ricapitarm Verona, per guada-opprmera gnar, come l’era giàfortito,ralfetto de’ Capitani, e de Soldati dlfma™'- Gefarei, e riceuere in pegno la Cittadella, haueaui trafmeifo Jlrando di dell’altro contante ancora, e promelfone lino alla fomma di cin-P quantamilaDucati,coI ricambio etiadio di Callel Vecchio,e della Porta colà vicinale fe Mafsimiliano,che andaua mendicàdo trà le Diete anguftiatamente foccorli, ricercaualo di maggiori aiuti, egli lìudiofo, &auuertito di non dargliene, fe non con mifura proportionata à tenerlo, fempre dipendente dal fuo predominio, fe ne fchermiua con varij inuentati pretefti, hora de’ ghiacci dell’Inuerno, che non permetteuano lo tranfitod^ll’Alpi ; hora col pretendere degli altri impegni, e cautele ; hora dichiarando-fi, che anco il Pontefice, & il Rè di Spagna, obligati egualmente con lui nell’Alleanza, douellèro anch’efsi le partiloro adempire. Haueua infomma lino condotto il medelìmo Cefare à contentar-iì,che, per abbattere interamente in Italia la potenza de’ Vene-tiani, egli prendelferincarico di efpugnar con l'armi fue le Città di Padoua, Vicenza, e Treuigi, per douer poi, dopo prelè, far-fene trà loro le afsignationi, ed i riparti. Mà più che quelli due Prencipi gareggiauano inlìeme d’vn’a-mariflìmo fentimento per la già detta pace, e Colleganza del Pontefice con la Republica, ralIegrofTene altresì infinitamente il Contento] Senato.NeringratiòlaMifericordia Diuina conorationi,econ per la paté altre diuote folennità, e fi humiliò parimente alla Beatitudine CcZ%m ^ua con oifèquiofefiliali dimollrationi. Degli fei Ambafciatori, De’feisim- già elfendo mancato di vita il Pifani, ne furono richiamati quat-rffiamjÒÌo tro alla Patria, reftandoui il Donato folo, per continouar nella ti ^»^.Jegationeà ben reggere conia fuafoda maturità ilpefo grauilìì-mo delle facende,già che niente meno fcabrofe, e lugubri fi anda-uano difponendo nel nuouo vicino anno di quelle,che fi erano fu-nettamente patite nello fpirante mille cinquecento, e noue. i $ io. Nei primi giorni di Gennaio, Gio: Giacomo TriuItio, che in Italia continuaua à follenere con fuprema autorità Generalitia Tarmi della Francia, rilafciò cortefementein libertà Giouannì Giouanni Gradenigo, Alelfandro Georgio , e Filippo Calbo, Nobili Ve-neti Ji quali fi trouauano prigioni di guerra in Milano ; E bramo-d™ fopur’anche di ricuperare alcuni fuoi Francefi col cambio d’ai-iìppocado tri, mandò à Venetia vn Soggetto efprelfoà trattarne, e fe ne trance- diedero quattordici per Giulliniano Morofini, Luigi Bono,Pie-cim/ancotro ^r?denigo, Franceico Memo, Patritij, e Vincenzo Naldo, g32- con altri due Capitani, Trouauafi per anco trà Soaue, e Loni- §o