484 DE’;FAT TI VEN ETI Tentata battaglia , non potè alla fine col folo valore refiftère con tralecceifo , eiaforte . Rimafe , dopo lungo combattimento rntr%- vinto abbattuto , ed vccifo jMorironui quafi tutti liChriftiani, t iw*u,e s’impadronirono i nemici di tutte le fpoglie, e di ottanta grofl 1 pezzi di artiglierie . Andati poiferpendoconledefolationi.e gl incendij » peruenneroàBuda , chetrouatain abbandono, fcnz<| imaginabilecontefaentraronui, e la faccheggiarono di tutto i giandoRn* pretiofo. Finalmente fcorfi iniquamente fino alla viftadi Vieiv Ecane na > arferoiLuoghi ; trucidarono piùdiducentomilaperfoned ■Wfa dt ogni genere , ièifo , ed età, e ritornati nella Tracia , entrò Soli' manoinCoftantinopoIi,fatolIo, fino alla nuoua Campagna a d, acqui iti, di fingue, e di prede. S’eragià il Pontefice, al primo rimbombo di quefti apparecchi Turcheichi, pietafamentecommoffo . Hauea ridotto il Conc -ftorode’Cardinali. Hauea pianto in elfo glivniuerfali difaftn. Erafi eshibito di andareiTo trà le fiamme, darmi , Capodivua facra vnione ; Ma i Colonnefi, moififi , come se già detto allora adinuehirecontralafantafuaperfona ; à violar’i Templi, edà manumettere le cofe fiere , fecero vedere, che altra differenza non v‘era trà loro in Roma, e gl’infedeli in VngheriaXe non, che iChriftianifapeuano, con la cognitione della vera fede, quali, e quante erano le loro em pietà, e le ignorauano con la loro {alfa religione i Turchi * Vfciti li Colonnefi di Roma, reitouui la Beatitudine Sua trà la confufione, e’I timore tutta immerfa. Tormen-tauala il male iucceduto ; ne pauentaua di peggio, quando in ifta-to tale pensò Don Vgo di Moncada à fpremere fucco ancor maggiore dalla fu a efercitata maluagità . Introdulfe negotiodi tric-guafeco,& ardì andar lui fteifo à proporgliela in Caftel Sant’ An-Tritg MA gelo »fattifi prima confignare due Cardinali, Cibo, eRidoIfi per nlSvi * Sortigli anco di conchiuderla per quattro meli, e di ot- Tiv2pa,C'- tenere nel Capitolato ciò,che principalmente premeua all’Impe-fhmefiCS’ ratoreallora . Obligò Clemente. A ritirar immediate dall affé dio di Milano le pie mtìitie ; Da titoli* Ca~ quello di Genoua il Dori a con le Galee, ed à concedere il perdono a' Colonnefi \ facendo all'incontro, ch'efsi prometteffero di vuotar /libito Roma, e lo Stato della C biefa di tutte le loro genti, e di ritirarle in Regno di Napoli, Difgufl(y Stabilita fi quefta triegua,fi allargaron fubito in ogni luogo dal-dtl Senato* leafsediate Città Parmi terreftri,e marittime Pótificie,folereftan-WlnaL' doui le Francefi, eie Venetiane, con quel dolore de’ loro Pren-cipi,cheogn’vn comprende. Hauea difegnato appunto allora "Vrbìno di rinforzar gli efèrciti con nuoue, enumerofe genti, per itrig nere da due parti tenacemente Milano « Più non potè farlo; Souuer-