192 DE’ FATTI VENETI na, e preia la via tra il Monte, e la ftrada maeft ra, peruenne al Ca-ilello di Spilimberto, gìurifdittione de’ Rangoni.H lueaui dianzi ^Srìdo riandati dentro il Pontefice quattrocento Fanti ; ma nè per loro spihmber- ffeiiì , nè pel luogo potendofi difendere da vn tanto efercito,ii dieronofubitoà patti; il giorno dietro parimente gli fi arrefe Caftel franco, e d’indi paifato àCrefpoIano, lungi da Bologna t enfiti dieci miglia, fermouuifi alloggiato la notte, per muouerfi il mat-kxan.o. tjno^ &andarui rifolutamente fotto. Diuulgatafi colà dentro in vn tempofolola rifolutione de’ne-mic^el’auuicinatoefercito) èfuperfluoà voler dire la varietà de’ commoiTiaffetti, eipecialmente il timore immenfo, che ne concepirono gli Ecclefiaftici. Corfero i Cardinali, e tutta 1 Apoito-lica Corte, à Giulio, pregandolo. Di condefcendere oramai à fal-vffìtiode' uarfe da vna tanta contingenza, bacante à traballare nella fua aivapa* Santa per fona il più forte Cardine della Chiefa ; Che perdutogli il perche còri, ri/petto, fareb bt ruinat a la Fede, e fonnertito il Mando Chrifìiano\ ilupacÌl'* Perdita il folo azzardo; difìruttione la fola minaccia ; vi prone de(¡e perciò, e già, ch'era impofsibìle il farlo in quei pochi momenti con l’armi, efercitaffe almeno U forza delle parole, che [ariano fiate/ufficienti con annipotente virtù diuina à fuperar anche /’ humanità prepotente. Haueua ancora vna gran fatica il Pontefice ad inchinar fi à così efficaci fupplicationi in vn tanto cafo;con la naturale alterezza re-fìftendeui, benche vedeffe ridotto fe fleifo, e la Chiefa ad Vn preparatole affedio di trentamila foldati, dentro vna contaminata Città, ed in tempi cotanto pericolofi di fcifm a ; già ordinatoli il Concilio, ed oramai ribellatiti, e partiti da lui à quella volta cin-jtche fi- que Cardinali. Alla fine incefTantemente infittito, lafcioifi vin-accStl ocre. Mandòà CiamonteGiouanniFrancefcoPico:Conte della Mirandola, e gli impartì facoltàd’introdurnegotio. Girando però egli ancor la fpadafrà limedefimi trattati, efclamaua con-tra li Veneti Ambafciatori, perche, non effendocomparfo per Ma in ap-anco della Republica di là dal Pò , lo haueife abbando- ni*?*. nato alla difcrettione de nemici, ed altamente proteftaua, che fe non foffe andato à fòccorrerlo per tutto il giorno feguente , egli fi iarebbe conuenuto col Rè di Francia. Dubbiofo anco di qualche tumulto dentro alla Città, chiamò queprincipali in vdien-za j rammemorò loro con feuero fopraciglio le già prouocate iatture, ed inquietudini fotto il Gouerno, da lui chiamato bar-barOjde’Bentiuogli. Efaltò la pietà Ecclefiaftica3già efperimen-tata; e mentre, per mantenere vno in fede il beneficio è il più forte vincolo, concedette loro ampi priuilegi, & efentioni. Andato in tanto il Pico à trouar Ciamonte, appena efpoflagli l’Am-