LIBRO DECIMOQVINTO. 619 pettefopraquetti Stati innocenti. Fortuitamente fuccedette per vrìmo esprimo c aio , che Simeone da NaiTo, Dalmato, direttore di vnaf5^xir- Galeadi quella Prouincia, incontroflì , nauigando , in Nauec6»ier Turchefca, carica di munitioni perla Vallona. Negò quel Turco r7. agMer Goruenatore, contra gli ordini Marinarefchi, di abballar le Vele , diche fdegnatofi il Dalmato, fparoglicontro gran Cannonata , chefracafsò , ed abifsò il Nauilio . Ne fotte artificiofa , ò incerala fotterenza di Solimano , pur'ancoin quefìa occafione non trattò da Barbaro j Trattò da inferiore , che patienta necef-fariamenue agli oltraggi. Mandò à Corfù ilDragomano Ianus ' bei à lamentarti col Pefàri, Generale,delPinfuIto,edàfargliin-ftanza , che ne fotte rifarcito il danno con trenta mila ducati, e col gaftigo del Gouernatore delinquente . Ma pattato Ianusbei fino alla bocca del Canale di Corfix , con la feorta di due Galee , e d’vna Futta , ecco quiui fatalmente à fuccedere vn fecondo in- » /*-conueniente, peggior del primo . Fermauafi alla detta bocca dican guardia quattro Sopracomiti , Patriti; Veneti , con le lor Galee, Giulio Gradenigo, Michele Grimani, Giacomo diMez-zo » e Girolamo Michele . OiTeruando effique’legni armati Io* roauuicinarfi fenza alcun fegno di amicitia, pretto gli attaliro-no , ed infeguironli fino siile fpiaggie della Cimerà , douefolle-uatifique’Popoli, feroci, e poco a’ Turchi bene affetti, li fermarono prigioni, conlanusbei. Trafitto il Pefari daqueftoreplicato molefto accidente, fubito corfe al poffibile rimedio , per ripezzo almeno , già , che non fipoteuaimpedire, chenonfofTe occorfo . Spedì alla Cimerà in diligenza Francefco Zeno y altro h r? . Sopracomito, proueduto di buon danaio, per lo rifeatto dilanuk cura li ri-bei, e tanto esborfonne , che riufcigli finalmente à forza d'oro di ricuperarlo . Talefopraggiuntahoftilità , nè pur’ancorafiìba*' itante ad eiarcerbar’,almeno in apparenza ,il grand’animo di Solimano, benche non man catterò li Bafcià affittenti di eccitarlo ad ogni barbara, e celere vendetta. Si contenne folo à pattar col Bai- lo, Giacomo Canale, che gli era appretto, indolente officio de’rad-doppiati difprezzi ; Poi quafi dimollrandofì pago deU’efpreflìoni e Giacomo portategli, condefcefe, che per allora le ne fcriuettè à Corfù, per ìapere con certezza la verità del fucceiìb . Oltre à quette forme placide da lui tenute,fececreder anche in fatto,che doueflero fua-porare l'armi fue contra gli Stati dell’imperatore . Pocofcor- ie , che pattarono in Terra d’Ottranto molte Compagnie di Ca-J^i/i ualleria ad infettar tutti quei Contorni , e due Generali maritti- renatomi , Barbarofla, e Luftì, fi fpiccarono con ottanta Galee > ben'all’ ordine, à tentar’in quelle parti l’efpugnatione di qualche Città % dell'*4$. Penfarono di attaccar per prima Imprefa Ottranto , e Brandiz-mat*' li ii 2 zo.