488 DE FATTI VEN ETI to Caualli, e con alcuni pezzi di artiglieria. Oltrepaflaèo in tanto ilnemico la Nura, elaTrebbia, quiui afpettandodiaccompa-gnarfi con Borbone, e con le militie in Milano dimoranti, tanto ne crebbe il timore al Pontefice, che fece ricercar’efficaceméte di riuouoil Senato di maggior foccorfo. Militauano ancora in contrario i propri) rifpetti, p:r gratificarlo. Pur bramofi quella volta ancora i Padri di preiiar alle nuoue iltanze fue ogni loro diuo-^4ndatido' toteftimonio,fcrilferoal Proueditor Vitturi , mentre Yrbinos’ dvlxue- era allora trasferitoà Mantoua perfuoi domeftici affari, che do-ÌnrMi" uelfe andarui ,[come anco fece, con cinque mila Fanti , ed alcune Compagnie di Caualleria leggiera , onde non fi finirono quelle fpeditioni, che) fi potè dire oramai pattato oltre al Pò il Veneto efercito quafi tutto intero. Doueafperarfi, che quelli confidera-bili loccorfi à Fiorentini li animafferoàrefiftere intrepidi contra jranlim- l*nrmi de’ nemici; ad ogni modo per attlcurarfene di più il Se-£'fi£Ì. nato, mandouui Ambafciatore Marco Fofcari , da cui rap-prelentato loro l’eccidio imminente vniuerfale, quando, appref-fo all'alto potere di Carlo Imperatore , qualche Prencipe Italia-dro'de'1 ' no fi aggiugnelfe, riportò inalterabile la cottanza di quel Gouer-'vtntSa no,ipedendo aneli elfo Alettandrode’PazziallaRepublica,ed inumandola àleuar torto à comuni fpelefei mila Fanti pericomuni Gcncua trauagli. Strignendo duramente in tanto l'Armate della Chiefa, S*'iTm- della Republica, e di Francia l'attedio à Genoua , l’haueuano à tJ ‘ tante anguftie oramai ridotta, eh erano per fperarne ben pretto 1’ acquifto. Solo dubitauano, che potette difturbarlo la Spagnuo-la, già vicina ad vfeire di Cartagena , onde propofe il Nauaradi andar’ad incendiarla fin’entro à quel Porto prima di fortirui. Ma fi come il Comandante Venetiano non dittentì dal Configlio,così il Doriaefprettamentevifioppofe . Ponderò la ttagione di già auanzata ; la deficienza in que’Mari di Porti, per ricoueraruifi in cafo di tempclte ; e l’euidente pericolo di perderui tutte le Galee conl’Imprela inficine . I ra quelle difputate difcrepanzefùalf vltimo deliberato dal pieno concorfo de’Capi , dinauigar aSar-spJvnuoL degna,& à Corfica, e colà telfendo, e lcorrendo Tacque,attender-«»?«o/bc-uirArmataSpagnuoIa , per vigorofiimenteattaccarla . Affine co’/o, anco di poter farlo con più forte mano , procurarono di aumentare al polììbile le forze Scrittero à Marfilia,che tutti gli Vafcel-ìi, cheli trouauanoben preparati in quel Porto,tutti s’inu ¡attero, à Golfo lanciato, alla loro volta ; nè tralafcjando trà fe ttettl ogni diligenza , affrettarono l’armamento di alcuni legni Genouell , ch’era loro auuenuto nel corlo dett'attedio prendere. Mentre, eh’ elfi andarono trà quelli preparamenti, fofpendendofi , forti l’Ar- # mata Spagnuola y in numero di trentafei grotti Vafcelli, più pretto