42Ó DE’ FATTI VENETI Ma nè meno ciò valfe punto à mitigarli. Continuarono minac-ciofamente à dire, di non voler muouere il piedi per altra via,che per la Biagraffa verfo Vigeuene , perche iui gittatoii vn Ponte iopra ilTefino,fi haueffe potuto mandar a prendere,& à rifcotere quel danaio,che già incamminato aiferiuafiì.Trouatoii Lautrech in tal guifa violentato , quafi difponeuafi di compiacerli, iènon gli fi opponeua gagliardamente Andrea Gritti. Softenne di non poter* allontanare per tanto tratto le fuemilitie dalla difefa del proprio Stato ; e meno à contemplatione degli Suizzeri, gente inftabile» facile à variarli qual fòglia al vento, e che,dopo hauer condottiàloro vogliagli eierciti à Biagrafla, haurebbero più penlato à continouar’il viaggio verfo il fuo jiaefe , che à ritornare più addietro. Difputofìi quello punto trà difcordi pareri per efcvam> granpezzo , quando tutti finalmente li accordarono di andare à ¿Monca Monda ,pur per acquietare in alcuna maniera que’tumultuari;. tarli. Arriuati, che vi furono, ne anche quello fù ballante. Irritati più che mai coloro, non folo continuarono ad efclamare fino al Cie- lo per i differiti rimborfi,ma rinfaciarono in oltre di viltà Lautre- ch, perche in tanto tempo, e in tanti mouimenti, non hauefTe hau-uto mai cuore d"intraprendere da vero, nè contra Pauia, nè con-tra il nemico, non oilante , che gli fi foffero Tempre offeriti dei-ferei primi ad efporil à qualunque pericolofo cimento Mentre co gli Suizzeri trauag/iauano in maniera tale i France-fi, non erano minori nel Campo Imperiale i difòrdini, ed i tumulti . Anche iTedefchirichiedeuano con eguale ferocia,ed alterez-t»¿efìbì za ^ maturati ilipendi;. Più Compagnie d’italiani erano già per f armenti la medefima cagione pallate fotto l’Infègne di San Marco, Altre ¡SJTJhf» lì offeriuano di andarui, e per maggiore confufione, aumentaua fempre trà que’primi Capitani, e fpecialmente trà Profperoel còflfionu Pefcara, la diffidenza con l’emulatione . Finalmente Profpero-per fuggir meglio le difficoltà > e i pericoli, e per miglior’arte di guerreggiare,toltofi con l’efercito dal Luogo di Binafco,e porta* tofi in vn Villaggio, vicino à Milano tre miglia, lludiò quiui con Tròfptro foffi,& argini di fortificarfi in modo , òdiitancar’, econiumar’i ^manoaà nemici à lungo, ò elfi andando quiui ad attaccarlo, di poter certa-ttiian: mente ripulfarli,e vincerli.Comprefofi daLautrech l’oggetto del nemico, andaua meditando anch’egli in contrapollo qualche militar ri piego , principalmete però efcludendo di portarli ad attaccarlo nello flelfoforte alloggiamento per lo conofciuto troppo ecceffiuofuofuantaggio . Ma alla fòrza è sforzata finalmente la ■M prudenza à cedere. Non fù più polfibile,che fofpendelfe gli Suiz->o£hoZK zeri vn momento à partir d’Italia , fe non erano fubito colà con-Ukuttre. dotti à quel gran cimento > tanto eccedeua fopraogni termine la loro i