LIBRO secondo. 7} biofi di poter prender con tarme, fi lafe ino fiuperare dal negotio. Non è nocino il tentarli ; l'eshibìr loro per lapace quello, che ha mofi fo ciafehedmo de fisi alla guerra ¡farà vn'inulto à confeguire fenz>a famue , ciò, che tl/angue potrebbe non ejfer loro baßante, per con/e-gut re. Si offerifeano à G tulio Secondo, Pontefice, le due Città nella Romagna, che habbiamo ancora voluto dargli, e mentre già ricusò di riceverle ^per non lafciarcele in feudo, e che per non lafciarcele, fi è compiaciuto di muouerci contro /’ Europa , /e gli diano lìbere , più che della 'Terra di Faenza fi e ßn’hora rimpo/fe/fato ; ultimamente di ottener, /# damo. Per le medefime ragioni,e cau-/* fi faccialo ßtffo con Ce far e Al a/s imi li ano, A lui pur e fi eshibif-cala reftitution de' Luoghi, che nel Frtuli, ? nellißrta gli fono flati occupati da' noßri e fr citi per necefsaria dìfe fa \ e nel cafò , tende¡¡e ancor'egli /’altre Città, Lombardia,