434 DE FATTI VEN ET1 per auuentura potuto pretendere aggrauio , ch’ella fi foiTe imbarazzata in vna guerra contra il Turco, per priuarlo, contra l’obli-go delPAlleanza, de’fuoi foccorfi. Manco farebbefi moifo il Ré d’Inghilterra , iìqualedifguitatodieifa, per la negatiua datagli difeco vnirfi con Cefare contra il Rè di Francia, hauea già principiate contro di eifa le hoftilità. Finalmente Adriano Seito, nuo-uo in Sede, nouiflimo in Italia, e che già in qualità di creatura del-l'imperatore,nò potea,fe no dipendere in tutto da’fuoi defìderi;» cofa haurebbe potuto operare, quado anco vi íoífe flato difpofto? Così la República, non ioloiìcura di abbandono , mafemprein dubbiod’eííere travagliata da'Prencipi Chriftiani, fu coflretta di matenere à Solimano la fède,e la pace,per difendere i fuoi propri; Stati . Così rifòla di Rodi cadde con amariflìmo pianto fottol* Impero terribile de’Turchi, e così fcacciatiui que’Caualieri, fù allora , ch’effi trafportarono la Sede>e’l domicilio loro trài liti della Sicilia , e dell’Africa fopra l’Ifola di Malta , loro liberamente donata dall’animo generofo di Carlo Quinto, e douetutt’hora fermano, e fouraftano con alto merito, e con venerabile rifpetto. S’era il Pontefice, fubito fòlennizzato il fuo ingreffo, moíío ad intraprendere fegnalatamente due cofe. L’vna di comporre con Alfonfo Duca di Ferrara, le lunghe differenze de’Predeceffori Tt^rro defonti ; L’altra di ritogliere la Città d’Ariminia’Malateíli, al ,ìd\v.ipa qua l’oggetto hauea fatto marchiar’anco in Romagna mille cin-Sfe- quecento Fanti Spagnuoli . Affalita , e poi prefa Rodi da Soli-tàttiiu*' mano > ed entrato il Barbaro di nuouo in Vngheria con tremendi eferciti, fi fèntì à rapire la Beatitudine Sua da vn Santo zelo in foccorfodi tanti minacciati eccidi; Chrilliani . Scriife vnBrie-?Trenap,ue ^ tutti Prencipi, efficacemente efortandoli à tralafciare cfcwfiM»/. oramai d’infanguinar fi trà loro > ma concordemente vnirfi contra il fanguinario implacabile nemico . Vedendo poi , che nulla operauano l’efortationi, conuertì il Brieue in vn Monitorio,in cui, fottofeuerefcomuniche prefcriife à ciafcheduno il termine dimefì tré alla conchiufioned’vna pace vniuerfale > ò di vnafof-penfìone darmi almeno. Haueagli eletti già il Senato, conforme al folito , fei Ambafciatori d'obbedienza . Marco Dandolo , Luigi Mocenigo,Vincenzo Cappello, Antonio Giuitiniani, Pietro Pefari,e Marco Fofcari ; ma poilifi in viaggio ,& auanzatifi fino à Bologna, erano flati coflretti dalla peftilenza, già detta , in Roma à tornar indietro . Finalmente ceifato l’influifo , e rinforzati àPrencipi dal Pontefice gli flimoli,per lo fantoogget-Ambifcia-t0 ? partirono gli Ambafciatori di nuouo, evi fi trasferirono à fori Veneti piedi. Quiuifurono dalla Santità Sua teneramente abbracciati à npma. £fa]tòlareligiofa bontà del Senato Venetiano ; lo eccitò à meritarne