LIBRO N O N O. Jf3 cipi . Erano in quefta congiuntura differenti dagli altrui li di lui oggetti . Bencheobligato dagli accordati Capitoli di fpignere à Pirenei vn’efercito , per trauagliar’il Rè di Francia, e dirtor- lo di qua da’Monti, niente armaua,e niente vi penfaua. Sempre interponeua indugi à rinforzar di militie il Vice Rè in Italia.Non fentia di rimetterui del fuo, per mantenere quelle, che vi fi troua^ nano. Volea,che fi andaffero con le ra pine foftenendo, ed in quefta maniera rtudiaua à rifparmiare il proprio, à fare, chevificon-fa maffero gli altri, ed à preparar^ la menfa,per potenti federe lui folo vn giorno. Ma fra tanto , che ogniPrencipeandauamuouendofì, chi ardente , chi tepido all armi, non penfarono gli Suizzeri, che à maneggiarle . Subito rtabilitafi la Colleganza,e riceuute le accordate paghe per mefi due» fi partirono in numero di ventimila dalle loro rtanze, e fprezzatori al folito di qualunque azzardo ; faftofi sumeri deffer loro li dertinati à difendere lo Sforza, e l’Italia; e calati tut- ¿fidino. ti gonfi; di quefti penfieri nello Stato di Milano , quiuinerimafe la metà»l’altra fi conduffe nei Piemonte, doue ripartitali tra i paf-fi di Sufa, di PinaroIo,e di SaIuzzo,pretefe di chiuderli, e combat-tere à Francefi con tutto il potere l’ingreflò . Quefti tremendi monte' oppofti apparati nè pur'hora vaifero à fofnender punto il Rèdi Francia da’già difpofti fuoi auanzamenti. Libero , comes e detto , il fuo Regno da trauagli,e fofpetti dello Spagnuolo, ed egli iteifo già deliberato di paffar i Monti, partì da Lione il giorno de’quindeci Luglio, feguitato da’Duch idi Lorena, Ghelleri, & altri, con tutta la Nobiltà della Francia, e con efercito, afcenden- irJfr,?' te tra Caualli, e Fanti à circa quaràtacinque mila di varie nationi. Indirizzatofi verfo l’Alpi,fi come è folito di più apprenderà li pe-ricoli da vicino,che da lontano,cominciò à penfare folamente allora agli apportati Suizzeri nel Piemonte,per contraff argli rifoluta-mente il paflo . Nulla valeuagli vn’efercito feco di tanto polio , poiché trà que’ Luoghi angurti non ne potea combattere che Sur vna poca parte, e pochi bartauano per affrontartele, eperim -cammini pedirla. Il girar lungo per Monti iterili, facealotemeredi graui patimenti, e fpecialmente divittuaglie . Vari; per ciò i pareri fuoi,e de’ Capitani fopra il viaggio, che menocontefo,edifartro-fo fi potea intraprendere , ciò nondimeno , nulla fofpcfofi arriuò à Granipoli. Fatto quiui alto, ragunò la Maeftà Sua vn pieno Con^reffo de’più intendenti, ed ifperimentati . Erano per entrar in Italia due le rtrade; quella del Monfanife , giurifdit-tione diSauoia,la più diritta, ¿ordina riamente battuta; l’altra, per la Montagna di Mongineura , più lunga, ma più facile alla condotta dell’artiglierie . Andando però amendue à fi- y y nire