LIBRO DECIMO. Vicari; Imperiali il Senato, non così auuertne di quell’alte iiam-me di guerra, che fi accenderono alle lampane funebri dell’lmpe-ratore defonto.Vaccò quella gran Corona,perche non s’era elet-to prima il Rè de‘ Romani ; Uquale, ft ante le Germane inftitutio* "l ne,douea fuccedere. Haueapiù volte tentato prefTo agli Elettori MafTìmiliano di farui afTumere Carlo, fuo Nipote, il Rè di Spagna. Ma gli fi era fempreoppofta vna gagliarda difficoltà. Non hauea per anco ri-ceuuta la MaeftàSua la Corona ifteiTa, e fino, che mancaua dì quell’ornamento, eragli dalle medefime conftitutioni vietata la iòpradetta elettione. II fuo pafTaggioin Italia, e in Roma, per riceuerla dal Pontefice , gli era flato fèmore da più oppofitio-ni combattuto . Hauea tentato più volte,che la Santità Sua gli permetteffe l’adempimento di quella cerimonia in Germania per mano de’Cardinali Legati; ma effendofioppofta anche in ciòlanouitàdell’efempio, nè mai terminatafi la facenda, egli prima terminò la vita. - > Ora Carlo vantò fuo per molti rifpetti l’impero. Come natiuo Germano. Come del? Auflriaco fangue,regnato per lungo tempo fenza interruttione, e come Nipote dell'imperatore de font o , à etti la fttccef di spagn* fione non potè a negarfi ,(enza afcriuere la negai tua più toflo à titolo et ingiuria , che di efelufione. Ma benchefoiTeroftrignentiaiTai quefte fue ragioni, e chef! vnifTealragioneuoIe la fòrza ancora , pretefe all’incontro il Rè Francefco, non meno giufle, nè meno potenti le fue, per ialire al-l’augufto Solio. Ribattea le addotte dall’emulo Prencipe. C he anzi per la me ¿lefi ma ragione d’e(ter [tati Imperatori 1‘ Auolo, e dei Rè il Padre , & il fratello dell' Auolo di Carlo , non conuenifse à lui l' da'rmui-Imperiai Corona,per non decretarla hereditarla, e nonpiù elettiua, tper nonperpetuarla nell' Auflriacofangue.Che in quello de'Re Frante fi era molto più hone[lo,egiu[ìo il collocar la,mentre haueua anch'egli gloriofamente regnato ; nè interr ottoftper altro il filo, cheper noncon-irauuenirfi appunto alle Germane conflitutioni. Finalmente, che do* ueuafi in ogni modo e [eluder Carlo ,fenon per elegger ut il Rè di Francia, per non priuar, almeno per fempre tanti altri Prencipi, degni al pari di quell'ajfuntionc. Cosìquefti Potentati difeorreuano , ciafcheduno in fauoredi feileffo . Dilattauan’anchei loro difeorfi con ampie promeiTe , nèmancauano di farlo fimilmente apprefTo al Papa, ed il Senato. Non vera però Prencipe Italiano, che vedefTè volentieri in quel Trono né l’vno , nè l’altro . Amendue in età del la più fiorii a lanugine, bellicofi, feroci, bramofi di gloria; pofseffore il Francefe dello Stato di Milano ; lo Spagnuolo ,del Régno diNapoIi ; feor* Ddd geafi