74* DE FATTI VENETI parendogIi,che fi foiTero conuenientemente difefi,condannò ferri" plicemente in denari * e priuò Alfonfo della Carica di Camer-lingo. Yumui- ^rancia tra quefto mentre, doue trabaìlaua il Gouerno fot-tuütwñi ì* io l’età fanciullefca del Rè, cominciarono à fuicitarfi, & ad eften-Francu, derfi dei trauagli graui. Serperono le competenze trai Grandi, tutti ambitiofi delle primedirettioni , e tanto fi andarono ingra-üidando i nembi di folgori, e tempefte, che finalmente proruppero per tutto il Regno iti diíuui; di fangue, in attrocità di itragi, ed in moiìruofieccidi;. IlDucadiGuifa , che hauea già occupato {otto il Rè defonto tra l’armie gli eferciti la fouranità del pofto , fu continuato dal Regnante figliuolo , con la volontà della Madre, neífoílegno, enelconfigliodicosì alta mole . Antonio di 'principali Borbone, Rè di Nauarra, & Henrico, Prencipe diCondè, fratel-7¿eafra,e li> % Prencipi del Regio fangue , non poterono patientarVna tan-V'coS*.ta grandezza in perlona , fe ben d’vn alto lignaggio , inferiore 6 nondimeno al loro . Per abbaiTarla trà gl’agi della pace,non ne vedeuanoilmodo, eííendo impoifibile, che vnPrencipe >fen-za qualche foprauuenuto trauaglio, alteri da le medefimo li propri; affetti.Sceífero vn’empiaoccafione,per fconcertare la quiete del Regno, e le forme del Gouerno. Erano di già introdottean-chein Francia, con la vicinanza della Germania,e dell’Inghilterra, le trifte dottrine del peililente Calumo, e già fi diiTe, che hauea tolto la Reina, e la Corte, rigoroiamente à perfeguitarle.In-SoiUuan- tra prefero di nafcoito à fomentarle li detti due fratelli Prencipi, e ili Vgonot-• 1 ~ r * * , . , a . 1 tt, tanto, e tanto , ne lteiero la mano, che ridottili in gran numero que mifcredentuncamminaronfi armati verfo Ambuofa , dou* era il Rè con la Corte , deliberati , ò di ottenere placida licenza di poter viuere , e reggere Vanirne con gli vfi della propria loro ‘Còntrtt il profeifata Religione, à cui haueuano già dato il titolo di riiForma- • ta, e Vgonotta , ò, in cafo di vna oppoila volontà- torfela con le proprie mani, vccidendo la Maeità Sua , e tutti li fuoi aíMenti * Nè volò ad Ambuoià l’auuifo in tempo , che potè la Corte op- f orfanamente auuertirui, e porfi in iftato di rintuzzar! ribelli. ù il Duca medefimo di Guiia, che ne aifunfe la direttione, eJl co-^ mando. Mife in Campagna vn efercito di polfo, ed auiatofi con-i\ottZ tra quegli arditi, che fenza Capo, e difordinati marchiauano, facilmente li diflìpò, e li cottrinfe sbandatamele à fuggire « Da fatti prigioni fi ricauò la mano, e’I patrocinio,che fegretamentefpor-geano contra la fede je’l loro Sorano > li detti due Prencipi, coni* Ammiraglio, Gafparo di Colignì, & altri molti adherenti, efe-guaci, Non però valfe quefta rotta,che à inondar maggiormente per tutto il Regno l’empia dottrina; e tanti fe ne imbeuerono, che for-