LIBRO Q_V I N T O. 175 hauea già Celare con premuroiì, & infittenti offici; già fuperato Luigi à contentarli di Jafciaruele;Mainmaniera taleperò,che fi potè dire,più conceduta la gratia il Rè à fe fletto, che al medefmo TJdJhrl Cefire,mentre con l’ordinario iuo cottume di auuanzar più ferii- ¥”¡#¿1 pre terreno fopra Tlmperial dominio in Italia, hauealo obligato di più con quetta occafione à due cofe; Tvna^à pagargli la Fàteria per quel tépo,che oltrepaifaua lo prima ftatuito; l’altra, à foggia-cere alle fpefe ettraordinarie, che accadute fòflero ; e in qualuque Econ cafod’impotenzajdouetteil Rè fupplir‘à tutto co’ propri; erari;, cor. ma col depofito nelle fue mani dell’intera Città di Verona, e del ¿¡¡Un.* fuo diftretto, lino alTeffettiuo compiuto rimborfo. CosìCiamonte, hauutene giàlecommiifioni, difeottotti dal Vicentino ;paisò la Brenta con tutte Tarmi ; rientrò nel Fado-uano, e fermò l’alloggiamento alla Purla, doue capitarono fe- yMna ant co à congiugnerfi altre quattrocento lancie Spagnuole, fotto la VmLu condotta del Duca di Termini. Noneflèndo variatione di prudenza quella, eh e sforzata dal variar de’cafi, fù anzi effetto ds vnafoda maturità di quetto Gouerno Io andare appunto variando gli ordini con le mutate rifolutioni de’fuoi nemici. Toltifii loro eferciti dal Vicentino, e dal Friuli, e reftituitifi dinuouo fopra il Padouano, arrecò al Senato quetto cambiamento vna ge-loia paura delTittetta Padoua, per Io che fubito ricoriè co’ pre- Gelofu dl feruatiui, e co* rimedi; là doue andaua il dolore tormentofamen- Td™** te ferpendo. Ordinò, che Citolo da Perugia fi leuaiTe incontanente con tutte le militie, e li Bombardieri da Treuigi, rimafta e ¿Me-già da fofpetti per allora folleuata, e fi conduceffe nella minac- ¡j£Jro" ciata Città; prouide il Gritti di gran denaio ; emoltidiquefti Patritijfeguitaronolodeuolmente Tefempio di quegl’altri, che Tanno antecedente volontari; vi fi conduttero dentro con le vite, e con le fortune à difenderla . La continuatone di tanti traUagli alla Patria continuaua più fempre in Angelo Triuifano, Generale già delI’Armata, efilia-to, acerbilfima la paffione per ladiigratia, per la lontananza, e per lodo, in cui fra tante publiche agita tioni conueniua aflànno-iamente viuere. Per ciò humiliatofi con riuerente Scrittura, paf fata a’ piedi delPrencipe, fupplicò la publica clemenza, eheJ/ìS gli fotte per gratia pretiofà commutato il Luogo, dou’ei lonta- /» il - _ ,11» . 111 Jtux no, e licuro allora tratteneuafi, ne pericoli deli armi, e delle condanna-fiamme, nuouamente dubitate in Padoua. Oltre alTefpofitionet0, della vita, eshibìetiandiodiandarui con cento cinquanta Fanti à proprie fpefe ; onde la Republica, efercitando pietà verfo vn Cittadino,che volea fagrificarfia!lafuafalute,gIiconcedette il cótento,& egli accrefcello,depofitando in Padoua fe medefimo, 'A£Cttt3ti con