LIBRO DECIMOOTTAVO. 7*9 Borgo, tanta breccia fece nell’vno, e nell’altro, che poteuano i Caualli, anco di tutta carriera, introduruifiageuolmente per più divnluogo. BencheferocilTimi folferogli affalti, che rinouò il barbaro più volte, venne in ogn’vno con gran valore anchei ri-fpinto. Vno funne dato vna mattina molto più degli altri terri- forzai bile, e pericolofo, egualmente ad amendue li detti Forti, che obli-gò tutti, e lino le femmine, e i fanciulli ad accorrere in difefa ; ma erano in ogni modo per certamente perire, fequei dentro alla Città non fi rifolueuano à vn difperato vltimo coraggio . Sortiti sortita di improuifi, e lanciatili fopra quelli de’nemici,che ftauanoalla cu-ftodia delletrincee, ne tagliarono buona parte à pezzi, elaltra sopra ù iidiede precipitofamente à fuggire. Sentitoliquel gran rumo- ir"’w‘ redai Turchi, che combatteuano i Forti, lafciaronli, e corfero velocemente à difendere le dette alTalite trincee, fu peritamente però, poiché gli vfciti Chriftiani, fatta la ftrage, erano oramai ritornati in Malta. Gittofìi Muftafà alle mine, vna . fpecialmentetentandonefottoilCaualierediSan Michele . Ma mTIT' fcopertaà tempo , efuentata , quafi tutti gli operari; rellaronui dal fuoco eftinti . Molti altri sforzi, e combattimenti feguirono, te. con la peggio fempre de’ nemici. Muftafà, e Piali più infiamma-uano di rabbia, più ch’ardeuano l’Armi Maltefi à loro danni. Si trouò vn giorno il Borgo poco meno , che irrimilTibilmente perduto . V’eranoi Turchi in gran numero già entrati dentro , & nBorgo in haurebbono finito di occuparlo intero , fe il Gran Maeftro non ilio. yen~ vi correua in foccorfo tolto. Trafportato da vn furiofo zelo, fola-mente armato della Vifiera, fenza Corazza, e col petto efpofto, impugnò vna Pica,e lanciofli a'Turchi incontro!nanimò tutti gli altri il di lui elempio;tutti il feguitarono,e rimafero in quell’ardua occafione ancora ributtati, e valorofamente dipinti coloro. Ciò non oftante Muftafà , e Piali replicarono per quattr’hore conti- Saluatodaìi nue, fenza mai cedere, vnnuouogeneraliliimoaifalto. Trègior-ni dopo ne dierono vn’altro,che principiò la mattina,e finì la fera, Mtrì re^ in cui toccò al Gran Maeftro medefimo di reftar ferito. Si troua- phcatiaf-i uano finalmente, per le vccifioni, per le fatiche, e per gli azzardi 12 u ' cótinui,fianchi,e sbigottiti aH’eftremo,e gli vni,eglialtri;maquei didentro, per la icarfezza del numero , e per l’impoflìbilità di rimetterlo , e di ricambiarli negli affalti, rifentiuano molto più il difcapito, e la debolezza. Due altri attentati ifperimentarono di nuouo i Turchi, in vno de’ quali tanto s’introduffero dentro alle breccie, che più , checon Tarmi, fi combattea lottando con le mani,econ le braccia. Oramai s’erano ridotte le cofe, perla par -Temente te degli affediati, alPvltimo partito ; ne più vedeafi pofiìbile ciò, che erafi fino allora impoffibilmente contefo >e foftenuto . Ac- doni airi 1 • ___ fìremo.