LIBRO TERZO. ii9 vicenda, à dar ut fc ambi e mime nte gli impatti alPopere^ troppo importando , che, dopo perduta, e ricuperata Padotta, perdafst di nuovo, e che in recidiua di tenebre diuenga la perdita alia noftra Patria vrì infelice perpetua notte. Dettofiin foftanza così dal Doge,fi vdì tra lofcoffo affetto , € l’efagerato bifogno, vn'intenerito applaufo, con cui partì rifo-luto ciafcheduno difeguitareilconfiglio, di obbedire allanafci-ta, e di fagrificarfi alla Patria. Poche furono quelle famiglie,che non iceglieifero figliuolo, fratello, ò Nipote, il più habile à trattar Tarmi » & à refiftere tra le gran vigilie, e i diiagi della guerra. Se ne andarono tutti col feguito più loro permeilo dalla propria poffibilità, Con la fola perfona vi fi trasferirono quelli, che, oltre alla vita,non hebbero da porre inholocaufto miglior fortuna, e tanti finalmente furono gli entrati inPadoua, che fi numerarono trecento i Nobili, e dieci mila gli huomini armati, che fe-co generofàmente conduffero. Non haueano mancato fra tanto il Conte di Pitigliano, General dettarmi ; li tre Veneti Proueditori, e gli Capitani,di ben munir’, e fortificar le Cittàj^er tutti i cótorni; ed à quefto paffo troppo farebbe defraudato il merito di quelle indefeffe fatiche, quando fi ometteflè di rapprefèntare, almeno in qualche parte, ledifpofitioni, ed i concerti; niente manco fudando de mercenari;, gli ftefliNobili, e gli fteffi figliuoli del Doge, à portare* àinnalzare, adefcauare i terreni con le proprie mani, ed a fare tutto ciò, che richiedeuafi là doue ogni opera indiftintamente promettea la vita, la rlputatione, eia libertà per premio. Le mura de’ Ricinti più ampi;, e più mafficciamente efpofti al di fuo* ri, erano quali tutte raddoppiatamenteterrapienate,enellefò£ felarghe à loro piedi fcorreaui Tacque profonde, e rapide. In più luoghi delle muraifteife, tra proportionate diftanze, fpor-geanoin fuorigroffi Baloardi ; fopra de quali, efopra le Cortine, frapofteui nel mezzo, s’erano piantate per tutto le artiglierie, per incrocciare, per intrecciare i tiri, e per abbattere gli aflalìtoriv empiutoti: il tutto di barili dipoluere, di mine , ed’al. tri lauori fotterranei, affine di far volare in aria chi haueffe ardito di ponerui, e fèrmarui il piede. Quelle fortezze al di fuori nè pur ballando, per certamente refìitere, furono più ancora af-ficurate *fortificate di dietrouia, & alle fpalle con ben premuti foftegni di arbori, e di legni. Efcauuouifi d’intorno vn foffa, alto, e largo, per federi braccia. Vi furono aggiunte più Tórri, ò Cafè matte »ripiene anch’elleno dimine, ebenfornite di fmifu-rate artiglierie. Dietro alfoffo fi eleuarono degli altri molti ripari , Alzciìuifi dinanzi vn Parapetto di fette braccia;per tener- Trecento T^obilt entrati. Fortifica» tioni•