?? DE’ FATTI VENETI SiÌvcnTto ^ ^oro e^rc^tQ continuamente à tutta poiTa rinforzando, e per efèrcito?*0 fpalìeggiarla, e per trauagliare anch’eiG generalmente i nemici, fecero penetrare in Pò molti Nauilij, comandati da Sebaftian jiimMom Moro, & altri ne armarono in Lago di Garda, fotto la diretti Zaccaria tione dì Zaccaria Loredano, Sempre pia la República, e Tempre raccomandatali à Dio lunera. gì da bifogni , hora tanto più, dopo adempiute le potàbili proui-fioni humane, ricorfe in quella premurofa vrgenza al celeile pa-omionii trocinio. Prima nel gran Tempio di San Marco, e pofeia in tut-ti gli altri della Città, fù efpofto diuotamente il Santiffimo ; e imitando il Popolo le proflrationi del Prencipe,e de’Senatori, concorfe tuttoàpalefarneUefterioridimoítrationi la raflegna-ta humiltà del cuore, Ma in quello tempo medefimo, che fi pu~ rificauanoin Venetial’anime con lagrime, proceifioni, oratio-ni,edelemofìne abbondanti, eccoà non bailare à Papa Giulio li preparati fulmini di tante armi contra il temporale dominio della República. Volendo anche trafiggere mortalmente l’ani-scommu' me? publicó in Roma vna rigoroià, e terribile Scommunica con-Tapa.dd tra il Prencipe, 8c il Gouerno di Venetia; li Sudditi di ella,di tutte l’alt re Città foggette, e contra quelli, che, anco non iudditi, lepreílaííerofoccorfo, ièmpre, ch’ella non rilafciaile immediati anco. tedila Chieià, non iolo le due contentioie Città di Arimini, e ncnxca [{J' Faenzai ma quelle ancora di Rauenna, e Ceruia, ancorché di cauUf amendue ne godeife pure legittima la padronanza per circa vn fecola > e che neflun’altro Pontefice predeceilore, ne hauelTe intentata mai alcuna perturbatione » ò trauaglio. Se già la Patria confidaua di vederfì preferuata lafalute dalttnuocata protettio-ne della diuina bontà, fperò, che nè meno poteffe quell’interdetto interdirle l’ottenimento della gratia. Fu forza però, che nel fuo zeloChriflianiifimo altamente iènecontorcefle. Se non of-fendeualail colpo, che non poteuafi dir giullo, mortalmente fermala il braccio riuerito, che lo auuentaua.. Ogni minaccia,benché non meritata, di ilimata mano, grauemente offende. Eilèn-do nondimeno intutteleoccafioni, e contra chi fi fia * lecito il difènderfi, prima fludiò il Senato di tenere lungi dalla notitia de* Popoli il contenuto tremendo de’CedoIoni, acciò, che, oltre al-l’horroredi tante approffìmatefi calamità* quello, più terribile di ogn’altro, non vi fi aggiugneife. Alla Scomunica riipofe poi, ■Publica facendo anch*eglì affiggere in più luoghi, e fopra le porte de’ manica. Templi in Roma i fuoi ingiufli aggrauijj, e neceifitate difèfe* Appellofli ad vn venturo Concilio, e precifamente ne fcriiTe al Cardinale di Strigonia, allora in Vngheria, perche in qualità di Patriarca dì Coflantìnopoli, fi compiacele in vn tanto itrignen- tebi-