44* DE FATTI VENETI dirizzar le Tue militie verfo l’Alpi, ed eiTo affrettarli per lèguitar-leinperfona . Ma in quello grande impeto però Tuo, fé nonha-ueano forza di rattenerlo tante difpofte eilranee hollilità, ne fu d’ . improuifo violentemente coilretto da maligni hu mori, che fco-prì allora andar ferpendo nelle vifcere del fuo proprio Regno . Dubitò di vna trama ribelle,che potelfè andargli telfendoil Duca SC0r,Ziì'e di Borbone, Prencipe del Sangue reale ; potente di Stato ;guer-’hrbCa di r*ero finito ; ieguitato, rifpettato, temuto, e di cui fe ne fatta °r one‘ in altri luoghi mentioneancora . Nodrendo egli nell’animo vn’ acerbiffimodilgullo,perchenonfòlleda SuaMaellà confiderato conforme alla grandezza dettatali, ed alla fua valla ambitione, s* era poco dianzi, pervia di legrete intelligenze , congiunto con 1* Imperatore, e col Rè d’Inghilterra à danni della Francia, ed ha-uea già concertato il fuoco alla mina nell’opportuna viciniffima partenza del Rè per Italia . Prima ne prefe Franceico da molti indici; vngranfofpetto. Pofcia infallibilmente accertollo vn’ara-maffamento di numerofe militie Alemanne , a’confìni deila Borgogna fcoperte , ed alcune lettere intercette , chefuellauano, e conuiticeuanoinelcuiabilmente l’appuntata inlìdia. Fermandoti allora Borbone in vna Terra forte del Ilio Ducato , fingendoli indifpolto, alfine di non feguitar’in Italia il Rè , ed egli rimanere in Francia al deliberato effetto, mandò la Maeltà Sua , per farlo arreltare; ma fiiputolo elfo à tempo, fuggì dentro alla FrancaCó-tea in habito mentito. Rimalloil trillo femefparfo in quel terrea no,temè il Rè,che allontanandoli perniciolàmente germogliaffe . Deliberò di non più difcoflarfi dalla Francia ; ma fi come tenne ^ifoturrì- feco della gente affai, mandò ancora di quàcfa Monti Monfigno-F rancia • le di Bonicet, Ammiraglio, accompagnato da vn’efer-cito di cir-ca venticinque mila foldatitràCaualli , e Fanti. Rellaronoquì urcUa m tutti ^ouraPre^ da vna tanta fua no creduta rifolutione, e 1 pecial-mente molto fe ne trauagliò Profpero Colonna, direttore ancora in Italia dell’armi Cefaree.Benche nei gran cali non fi:)no lode-uolimai le fuppofitioni, fuppollo hauea egli,che tati Prencipi già contra la Maellà Sua confederatifi, e la infedeletrama di Borbone, già fcoperta , l’haueffero non folo perfuafa à non più partire in perfona di Francia, ma nè anche di fpogliar il Regno d’vn’eler-citodi tanta vaglia, per fpignerlo in Italia, doue non più vera Trcfpera vn'angolo da’fuoi nemici non prefo, ed occupato . Corfe per ciò r¿agile Prospero à rifarcire il difetto fcorfo con altrettanta diligenza . limiate R iunì, e raccolfe le dilatate militie in vn folo corpo à Biagraffa , ABiagrof- vicjno aj Telino, quiui fermandofi con due penfieri; d’impedire a* nemici il paffo del Fiume; e di goder elfo il commodo di prouede-re da quel Luogo le due Città di Milano, e diPauia . Penetrati