98 DE FATTI VENETI la Paliifa, e con ciò partitogli di hauer proueduto, ed aflìcurato 2»ào?r tu5to àbailanza, pafsò à Milano, doue licentio qualche parte Citta. ac~ deli’efercito, e dimoltrò, almeno per allora, mitigato vn poco lo Tà m'a- fdegno, ed il furore degli vaili diífegni fuoi contra la República. p°ortiontia ^ »tirono fra tanto di qua verfo Roma li fei Ambafciatori de-dell'ejerc i- Binati,e follecitati adandarui, non meno dal Senato, cheviua-3muda- mente, come già dicemmo, dalla Beatitudine Sua, finitici ^er ¡fanfare per terra la Romagna, qui montarono fopra più Kom. Galee, e d’indi poi aitradatifi al cammino, viaggiauano eflì ancora j che peruenne l’auuifo à Giulio delle dette nouità, e difcre-panze frà Cefare, ed il Rè di Francia accadute. Arbitro è'I timore di tutti gli altri affetti. Giulio, già impaurito/! delle troppo grandezze in Italia d’amendue que’ Prencipi, s’era ,comegiàtidiife,perfuafoà non più bramami la República interamente ruinata, ed à richiedere l’andata à Roma di alcun’ Ambafciatore fuo. Ora, che fente Luigi ritiratoti à Milano, ed, in vece di accrefcere formidabilmente le forze, andarfele da femedefimo diminuendo. Che Maffimiliano, non folo ricufa-tohaueifedi abboccarti, e di accompagnarti coneifolui, mafof-fe in procinto di venir fèco alle mani, più non temè di alcun di loro , e cominciò á temere di nuouo della República, che mantenendoti nel dominio delle fue rimacele Città, poteffe dell’altre racquietarne, e ritogliere à lui nella Romagna le già volontariamente rilafciategli. Mutata la fcena, mutoffi d’ habito ; rinue-Rigido & itifli vn’altra volta delle rigidezze prime fue, e preuenne larri-Tapallcon UO in Roma degli Ambafciatori Veneti, efprimendofiin vdien-Unepuhii za co’due Cardinali; Che doue/se la República,per quiete della Pro-uincia , per ficurezjz^a del fuo r imanente dominio , e per bene det Le pYotefia Chrtfìianefimo contra gl'infedeli, rilafciare à Cefare con atto libe-ce[lríd¡7 vale, e fpontaneo, e prima che venijje corretta à farlo^ le due Città dIvdme’e ^ ^ r€utHj y e d'Vdìne, già douutefìalla MaejlÀ Sua pe'l capitolai ofi in Cambray, e fènz^a eli cut non erapermefso ad alcuno de? Prencipi Confederati di porre nel fodero l'armi, Aqueftonuouo, e tirano fentimento del Pontefice, rifoluta-mente ripugnò il Senato. Lo contendea la ragione ; altamente amareggiaualo la forma. Deliberò di perdere con la forza più tolto il tutto, che rilafciarne vna minima parte di volontà;e pre-tefe in tal guifà, non folo di trattar da Prencipe, obligato à fofte-non& nere generofamente il fuo, madiriuerire infieme le gratie, che piace, parea, che il Cielo haueife già principiato benignamente ad impartirgli . Inuiò immediate dietro agli Ambafciatori vn Corrie-ro elpreffo. Informolli delle mutationi intollerabili di Papa Giulio , col deliberatoti in contrario dal Senato 3 e commife loro,che, ancora