ì6q DE’ FATTI VENETI iofpetti. Quelle forme di procedere nulla però ingannarono quefli Padri »poichéfe n’eranooramaià ballanzaaifieurati. Mà egli maggiormente ancora conuincendoiì da fe medefìmo , fece capitare pur qui à Venetia nelìo flelTo tempo del Tarba y Theo-Tbendoro doroTriultioàricercar'ildepofitonellefue manidiRauenna , e «e««!« Ceruia,Ìperando, venuto in Italia con quel merito, di poter’an-Depoiito cora fiaccarli Papa da Carlo , e guadagnarfì dì nuouo in fiuore Tclrum \ la Beatitudine Sua . Qui verfoifì nelle rìfpofle fopra i fòliti termini auueduti, e circonfpetti. (£tom ' Che la Republica non fera diffidata mai della fine erità , e dell'af-fetto del Rè C brijtianifsimo, non oßantt ledilatiani , ch'egli hatte a fi. no à quell*bora mterpofie y in armar fi, ed in comparire armato di qua da'Monti >per liberar l'Italia dall'affé dio, e dalla fermi ù degli ò pa-gnuoli . Che fempre , che vipfofse trasferito haurebbe trottate non men pronte lyopere % di ciò , ch'era il defiderio , laß im a ,, e'irìfpetto. Che queflo efèrcito non farebbe fiato tardo alla prima voce di farfegli incontro » e fico vnirfi, C he il S e nato per punto ciò non differire, rimetteva immediate à Sufa » ò in Afii venti mila ducati del proprio erario, da impiegar fi in quelle militie fubito, che fofsero colà arriua-ti . Cbenonminore ofseruanza verfo le' fodisfattioni fu e , efer rifarebbe ancor net depofito richiefio delle dm Città> quando con e ¡so fi fof fer o ter minate tut te le altre differenze -, ma che ciò dipender douendo dalla pacevniuerfale y che s’er a per trattar allora in Cambray , fe ne farebbe attefò il nfeontro col defiderio me de fimo dellafofiirata falute italiana y e della quiete di tuttoil Mondo Chrtfilano.. Quellofù l’officio in rifpofta ai Ré, e quelle erano leagitationi graui della Republica in tali flrane , e difficiliffime congiunture * Suo inimico Cefare , non amico il Papa ; vicino àdiuentarle inimico ancheil RèdiFrancia, andauaruminandotrà fe ileffa alcun ripiego ;ma ifeorgere non nefapea,ciafchedimo a’fuoi propri; in' tereffi attendendo, epur ella per gli altrui vantaggi tanto confu-matahaueafi. In tale fcarfezza di Prencipì amici ricorfe al Ré d’Inghilterra * c’hauea, quafìfèmpreconofciuto propenfo verfoduella,e ben dif-^rmèafcia• pofto ► ScriifeàLodouico Faliero, chegli era Ambafciatore appretto» che Io pregaffe d’interporre l’affetto , e l’autorità nel già ridotto Conuento in riparo di quei mali, che fi follerò trattati contra lei » eia libertà dell’Italia. Ma Carlo Quinto, che non couaua vna colà fola nel fuo vailo feno, e che afpirandoalla paesana) afpiraua nello fleffo tempo Cefare à all’intero dominio di quella Prouincia »accelerò, mentre negotia* cernita uafi jn Cambray, tutti li preparamenti, e comparfo à Genoua d’ improuifo vn giorno con ottanta Vafcelli ,e trentacinque Galee; fece