LIBRO DECIMO, 40? mentre la Maeftà Sua tralaiciata diligenza, perche il dichiarafse apertamente il Pontefice in Lega feco; ma non riportate mai al folito, che buone intentioni, nonardiua così facilmente fpigner l'armi nel Regno di Napoli,seza quelTeffential appoggio, Egualmente Carlo, fenza l’amicitia della Beatitudine Sua, temea grandemente di entrare in Italia, enei Milanefecontra il Rè Francef-co, forte per fe ftefso, fortiisimo per la Republica fua confederata, Continuando per ciò in tal guifa à bilanciarti in amendueli detti Prencipi, così i timori, come i defideri;, oramai fperauafi, che quando anche non fi foffe l’infelice Italia interamente riha-uuta da* pafTatimalUiaueiTe potuto almeno tra quelle difficoltà, e dilationi, refpirar, e rimetterti cotanto in forze, da refiftere validamente in altro tempo à qualche altra recìdiua,ancorché mortale , che foprauenuta le fotte. Ma era prefcritto, che delle moti-uo à nuoue; e fubite miferie chi trouauaii più d’ogn’altro tenuto à rattenerle > & impedirle, e per pietà , e per proprio tuo interefle. Papa Leone ifteflo, mutatoti in tutto di maftìma, nefù l vriico in- FelicHi itrumento,nè fi feppeindouinarne il perche. Rifplendeuaallora egli, ti potea dire, nel più alto folio dell’humana felicità. Spenti» sodutc x e fepelliti, come fi ditte 5 gli inforti fermi à perturbarlo , trionfò ua invnafanta,efourana pace. Dominaua fenza di/turbi ÌoStato ampifsimodella Chiefa. Dipendea Firenze da’cenni fuoi. Vi-ueain frefchifTima età di foli quarantacinque anni, per godere, con la ragione de’ naturali periodi,il Pontificato à lungo; Ne potea ombreggiargli vna tanta ferenità, fenon Tarme in Italia dell’ Impero, e della Francia,per douerli ineuitabilmenteinchinar'à quelle, che vincendo, inuincibilì rimanettero. AfToIdò prima, e uiTqmU fé marchiare in Italia, e nel Dominio Ecclefiaftic© fei mila Suiz- pi>°™oue zeri; poi fi pofe à negotiare fegretamente col Rè di Francia, ed erano!econditioni,chefi andammo abbozzando. Suoi ab- Di a [salir e con l'armi