Marchi Lino, toz DE’ FATTI VENETI tanti concepirti fofpettì della fua non buona fede> e giàfattofi co* nofcerefcoperto partigiano del Rè di Francia. Siopponeuain viua maniera à tale ientenza il Triultio,Capitano maturo d’anni, e d’efperienza, dimoiirando . Euidentifsimo lo fu antagaio; peri, colojo vn* auiienimento infelice ; arduo , fatico/o , il condurfi per e ragioni quelle difaflrofe vie ; dipendente l'vjcirui dall'arbitrio de' nemici ; d!fcorfe° t** ageuole il riuogherfi verfo Alodona, ò Bologna, Città ^amen-due , che infinitamentefilmate dal P apa, haurebbe}perfoccorrer le , conuenuto allontanarfim^giormente da Ferrara ; e fe purefsendo ancora troppo vago di occupar quefla, fi fofse fottomefsoper vn acquilo dubbiojo , advna certa perdita di quelle, non douere vna ialeyeffimarifolutione de'nemici dare eftmpio à chi con alir ettanta prudenza feorgeua l’errore altrui nel proprio vantaggio . Ma benché foffe efpreffa quefta opinione da vna linqua,e da vn’ autorità rifpettata , nondimeno preti alfe la prima , foifenutada piamente » applaudendola principalmente gli altri Capitani Francefi, di luiadherenti.Datiiì dunque à efpeditamente efeguir-la, partirono con tutte Tarmi da Parma , viaggiando fino à Raz-zuoJo,&aiiaMoia. Qiiiui,perThcrridezzade’tempisfermatifi tre giorni > d’indi poi pailaronoà Quiilelli, doue fopra la Secchia sino à no- gittate vn Ponte, capitarono in vicinanza del Pò à Rouerè. jSi era già il Prouedltore Andrea Gritti,conIegentifecoreifa-te à Montagnana, dopo mandate Taltre nel Polefine, portato an-¿tvirea ch’egliin quei Contorni, e trateneuafi allora di guardia à Figaro-f Sp/1». >m numero le fue militie, di trecento lande, mille Caoalli leggieri, ed altrettanti pedoni, Peruenutià Rouerèi nemici, e voci-ieratofi, che voleifero tragittare il fiume ad Hoftiglia, per affalir-Lo, egli perluafo, che non vi è cautela foprabbondante , quando sacche?. ibprabbonda il pericolo, fi ritirò nuovamente à Montagnana, e già Guj‘ pofe à Sacco la Terra di Guaftalla in andandoui, Ji plance^ Da Rouerè paifarono liFrancefi à Sermidi, e grandemente à se mi di, piacendo ad Alfonfodi vederfeli vicini, fi trasferì alla Stellata, doue andato Ciamonte à trouarloxoncertarono infieme il più iìcuro,e fàcile cammino, per condurli alTinuafione de loro nemici, già flabilita- Gli Ecclefiailici, ed i Veneti all'incontro, fopra ver io che Kli auuifì di queiìi loro andamenti,non haueuano negletto il prò* gli Ec(le- ® . » ./• T. rf' n • > 1* * ' •/* • • patita, e i pnobifogno negli lteiii poiti, ne quali già li erano ncouerati ; gu0etji Zi Haueuano aumentato il numero delle militie,e ftauano pronti, & mimo, arditi,per venir’anco ad vna generale battaglia,occorendo. Allora Ciamonte,e gli altri fi raccordarono della nò curata opinione del Triultio. Troppo erano le ilrade, per paffeggiarle, fangofe, e troppo ingroifatifi,e fortificatifi li nemici,per attaccar li.Si rifol-fero, lenza hauere tentato di più, di vn femplice affaticato viag*