74 DE’ FATTI VENETI » ro, faccia y che la nofira bilancia, horapendente all’ingiù, fi tragga , e forgada gliofcuri, eriafcenda ancora àgli Orti feliciconri-uouati fp le udori, e di grande&z>a, e di gloria immortale. Parlato, c’hebbe intalguifa il Barbo, non Iafciò bifogno agli altri, che di altamente lodare, Se ammirare l’eleuatura deliuo dire, e de’faggi, e prudentiiììmi raccordi. Si raccolfero ne’ fuoi tutti gli altri ientimenti ; onde dal Sauio, chereggeala fettima-na, fi ordinò al Segretario, che eftendere doueifeil decreto con niifura de’ configli, e delle norme raccordate ; E così notato, e propoitoiì al Senato, rimafepienamente prefo. Che fi crefcefse con tutta celerità TArmata fino à cinquanta Galee ratÌj!'hin i*1 vnfolo corpo, perche tutte foffero dirette dal valore diAn-corifomi- gelo Triuifàno, ch'era flato dianzi eletto Capitano Generale, lenza torne alcuna dall’altre fquadre volanti, che già ripartita-mente, e variamente feorreano da più parti il Mare . Chefoffe-ro à forza d’oro, e con la più affrettata follecitudine affoldati, e raccolti dieci mila Fanti, e tre mila Caualli, proueduti di Capitante di Officiali efperimentati. Che nulla etfèndo rimaiìo con-tento il Senato del Conte di Pitigliano , fi fpedifee immediate foggetto efpreiio à Profpero Colonna, dimorante à confini allora del Regno di Napoli, per offerirgli la carica Generaliifima dell’efercito, con lo itipendio ogn’annodi libre fèicento d’oro , e con obligo di condurfecomille ducento Caualli; negotiato Dionm. da Però, che fuanì fenza alcun’effetto. Che à Dionigi di Naldo, il filila ri quale hauea nel combattimento, pugnando fèmpre nel mezzo, Minutato, {iato gran friggio di fua prodezza> e perdutaùi molta della fua gente, foife affignato il General comando della Fanteria. Che Speditioni foffero per tutta l’Italia, ed oltre ì Monti, mandati propri; fog-fermit,i- getti,prouedutidfonoltodenaìo, con ampiafacoltà di allargar ìa mano lènza mifuraà paghe, edonatiui, per ammafiàr tofio, non ofìantele difficoltà correnti, il numero deliberato delle predette militie. Che il mandaflèro degli altri ricapiti di contante per lo ftefÌo effètto di allettarne, e di raccoglierne,à dueProuedi-peritò Za-tori in Campo, Gritti, e Cornare, i quali dopo ¿infortunio s’-vìluedno erano ricouerati in Brefcia . Che fi fcriueflèà tutti li publici Rap~ n in cam-- prefèntanti , perche doueffero fcegliere da’ Contadi il poifi-Trouifwn bile numero di Soldati delle Cernide, affine di valerfène di prefi-cbrfftTflro ^dij nelle Fortezze, e Città; e fi eleggerono due Proueditori, Vana evie' ■^>letroDuodo à Brefcia, e Chriftofòro Moro à Verona, i quali Y tre Duodo humiliatifi al comando, prontamente andaronui. Deliberateli delibero!!] pofciail negotio. Erano allora in Roma due memcoGri ^arc^in^li Venetiani, Marco Cornaro, figliuolo di Georgio, manicar- Proueditore in Campo predetto, e Domenico Grimani,figli-