Con alte- 194 DE’ FATTI VENETI àRubiera ;dimoftrandofarlo, per dar tempo al Papa di andar meglio maturando gli trattati, e di attendere dal Rè la preci-, ^ua v°i°ntà- Finì quella ritirata di folleuare il Pontefice da ¿ore de? tutti gli timori. Non più volle, che glifi parlaffedipace,efe pu-vapa. re ta]ora ardiuano gli Ambafciatori, Germano, e Spagnuolo, di fargliene alcun tocco, era ciò, come quelle flille, fpruzzate sù le fiamme, che maggiormente le innalzano. Tanto più efclama-ua contra il Rè di Francia, perche fi foffero empiamente conte Tarmi della fua Corona à tentar di attediare, fenza alcun rif-, petto al facro carattere, la fua perfona in Bologna. Superò intanto ilProueditor Cappello di fermarli Ponte fo-Veferdto pra il Pò, e di pattarlo con tutto Teíercito, benche haueffe pro-, faiiTòp.ar curato Alfonfoà fòrza di Cannonate dagli argini del Bondeno dlmpedirlo. Ma fe il Cappello felicemente pafsò, non così potè fpalleggiarlo il Moro fenza qualche difaftroio auuenimento. Riuoltatofi contro d’efso Alfonlo, gli affondò otto legni, e fece « cenerai piantare più di fotto molte artiglierie, perfinire di rouinargli T Moro com- Armata. Egli, da ciò per efimerfi,fè giucar Tingegno . In vece di attuto. cajare ajftjngiù, tirò di fcpra fino à Cartel nuouo, tper doue vfcito dal Pò, ed entrato nella fotta, che mette nel Tartaro, trapaffò fi-Fj^enell> curo , efaluonelTAdige . Dall’altra parte il Cappello, dopo condotto l’efercito oltre il fiume , conuenne trattenerli alla Stellata, per quiui afpettare conforme agli ftabiliti concerti il Mar-chele di Mantoua, non ancor comparfo, con gran dubbio di qualchefuodiuerfooggetto. Scrittone al Senato, e ricercatoci’ ^5- lo, comedoueareggerli, litrouòla publica maturità combatta Ìntoua. taafsai, Si ordinaua al Cappello, che continouaffe ad attender- lo , pregiudicaua notabilmente la dilattione agl’interetti. AlTin-contro nò attendédolo, potea valerfeneil Marchefe di pretefto, per coprirne la mancanza.In tale ftato di cofe fù alla fine fcelto di fpedirgli Francefco Cappello, vno del corpo del Senatore fami-cappello0 gliarifsimofuo, per eccitarlo con la viuavoce alla motta. An-fpeditoui. 5ouui egli,ma nè meno lu à lui poflibiIe,per quante ragion^ed ec-citamenti,che gli porlè,di riportarne fperanzaje pure gli hauea la senzaef- República fatti anticipatamente peruenire gli ftipendij della fua fett0' condotta, e reiolo contento d’ogni altra da lui richiefta iodisfat-tione. Aflicuratofi allVItimo, il Proueditore, ch’era oramai vanità lo attenderlo, deliberò col conlènfo del Senato, di andar fòloauanti. Trouauafi anco in procinto, per darli alla marchia Comparib qUancj0 gli comparue improuifamente il Marchefe , accompa-pr£'fce 8nat0 dapochi, ad afficurarlo , di tenere tutte le fue militie allettate , e di trouarfi già pronto,per pattare con effe di momenti ad impugnare il Generalitio battone, e feguitare con la fua fortuna ■i* quel-