LIBRO DECIMO OTTAVO. 741 in vn’afTalto ; e fece il fimile di molti altri Luoghi, folo potendo il Conte di Mansfelt faluar Lucemburgh. Monfignordi Temes, ch’era già rimafto in Cales Gouernato-re, fortitoui con gran brauura, occupò, pur’in vicinanza alI’Ocea-no, Berges, e Doncherchem, Fortezza, e Porto in quel tratto di alta confeguenza. Incaminatofi poi contra Grauellino, più non potè lofferirlo il Conte di Egmont, c’hauea già pollo infìeme vn* efercito Spagnuolo, & Alemanno, più grande affai del Francefe. Fugli dietro; arriuollo,tragittando vn fiume,e neceffitollo à combattere . Non poterono i Fanti, & i Caualli di Francia far per gran pezzo pruoue maggiori, ma due accidenti li violentarono finalmente à cedere. Furono abbandonati da fei mila Alemanni, che nella piùferuida pugna , in vece di combattere, vilmente fi arrefero a’ nemici > e capitata fu 1 mare in quel punto iteffovna gran i&tadief-flottadiNauilnglefi , prefer’effe in tal maniera col Cannone à^1' fulminarli, che li diilruflero per la maggior parte. Guifa impau-ritofi àdifertamento tale , marchiòin Piccardia , doueandato a Nuouo lo-ritrouarloil Rè di Francia, vnironoin vn folo corpo tutte le mi-ra ^trctt0 litie ? e formarono vn nuouo efercito di rileuanza . Noncedeua-gli però punto 1 o Spagnuolo, anzi il Duca di Sauoia, che lo con-ducea,defideroiò di venir feco à giornata,tanto auuicinouuifi che poco fpatiorimaneua in mezzo , per diuenireàvn generai Con- ^ ^ flitto . Stauano oramai pendenti da queflo grand elitoconfe- « delil guenzeeflreme, fel'alta mano diuina, nel tempo ileifo , che ne s!wtalm' minacciaua à Chrifliani per le loro colpe il gafligo, non fi degna-ua in altrettante benedittioni di riuolgerla. Amendue gli eferciti al pericolo imminente fcuoteronfi . Molti Prencipi, e Signori y che fi trouauano prefenti, e che s’erano di già interpelli per la pace, ottennero prima qualche fofpenfione. Data poi la mano al ne-gotio, e toltala dall’armi, finalmente forti loro di fare, che fi riti-raffero ne* propri; Stati per allora gli vni, e gli altri. xMentre ne-gotiauafi in tal guifa alla gagliarda, fbprauuenne la morte del già Imperatore Carlo Quinto, che neceiTà ria mente cagionò qualche dilatione-Spirò in Ifpagna nel Regno di CailigUa dentro al Con-uento de’ Monaci di San Giufto, e la podagra fpecialmente Io pri- cm, r. uòdivita, inetàdicinquantafeianni, trenta fei dlmpero , econ gli ornamenti di quelle rare, ed inuitte qualita, che reilano bafle-uolmente fpiegate dal filo,quì teffuto,delle fue heroiche,ed augure attioni. Le due forelle Reine,Leonora,e Maria,che feco viue-uano nell’hofpitio ifteffo,mancarono pur elle,la prima pocoaua-ti,epoco dapoi la feconda. Ma non fi contenne la morte trà quelli ioli Prencipi ; che,fe bene infigni,erano allora però ridotti àpriuataconditione. Tolie ancor di vita la Reina Maria d’In-