LIBRO SESTO. 257 to deliberi a ò di non temerli, ò cedere di quella illuftre Città per fem-preil Dominio. Se bora,che ci viene volontariamente [palancata,neghiamo di entrami ; quando poi fi a tuttacbiufa ¡munita, eprtpjra-ta à difenderfi, con quale fperanza fi potremo più, nfluere di andare sforzai amente ad occuparla ì Sono due le ponderale principali oppofitioni. L'vna, che fi troni di tanta fortezza il Capello, che pofsa refìpere, benche prefa s'habbia la Città\ L'altra, che le fretto Fran, efe voli opportuno à fuccorrerlo, e che ce la ritolga con iftra-ge horrenda. lo non niego idifaflri poffibih, mentre niegar non pof fo la potenza de' nemici. Ma fe davn canto le fciagur e paventar fi deono , conviene fperarfì anco dall*altro prò¡peri ¡ucce¡fi . Spero, ch'entrate ficure le noftre armi per la via offeritaci in Brefcia fa loro facile di forprendere immediate etiandio il Camello per (eguardie % improuifarnent e afsaltte, ed in conferenza ¡penfìerate. Spero che, fe bene non fi potè fse ne’primi inftanti occuparlo, continuando¡1 furio fame nt e à batterlo , nonpotràrefijìere, che per poco à colpt delle artiglierie, e à quella fame , che farà maggiore , quanto ([rande farà il numero de' già concorfim dentro, per faluar fi, Sperodi più y che ¡anco potendo foftenerfi a lungo , non ¡14 iefercito Francefe per tanto facilmente portami fi in foce or[0. Hauer a certo alla fronte li due no fi ri Confederati del Pontefice, e di Spagna, i quali non inferiori , ne di numero ¡nè di qualità, anco per le noftre avgiunte rnili-tie, troppo gli minaccieranno la perdita di Ferrar a , e di Bologna y allontanando fi daque'Contorni. Ma fi concedi il confiderai 0 cafo „ Diafi , che , premendo più àGafìone di faluar Brefcia al fuo Rè, lafci in abbandono amendue le dette Città-, e chi potr à dubitar mai, cheli dettiConfederatinofìrinon fi muouanoa inferirli di luogo in luogo alla coda, e non lo vadano tantorattenendo, che noi [periamo intanto il Cafteltoì Sebramail Pontefice d'impojfeffarfi delle ftef fe due Città, amerà altrettanto il Vice Rè, che più toftoperdino i Francefi Brefcia, molto più effendo per giovare à Fcrdmando di fee-mar loro il dominio in Italia ¡per finalmente fcacciarueli > che di prefìare aiuto àintereffatt defiderij della Beatitudine Sua. Se poi occorre fse per gran fuentura, che infeguendo il Vice Re i nemici, ¡i potefsero in vn generale conflitto azzujfar gli eferciti, e rimanendo di(lrutto interamente il Coliegato il nopro ancora forprefo da Vincitori , doueffe ne cef]ari amente foggi ac ere in Bri ¡eia alla forte fìefsa infelice , farebbe vn cafo queflo, in cui fi leggerebbe altamen-fcrittavn'efprefsa indignai ione con tra noi del Cielo, che ci vorrebbe tanto in Bre feia, quanto in ogn'altro luogo, non efenit da vn de-ftinato feuero gafìigo. Ma non debbono le riflefsioni ai cafi e ¡tremi hauer forza di deciftoni nei gtudicij ; nè meno dubitar fi f che il pre-fente lume di clemenza apertoci, con altrettanto horror e ci fi o/curi. Speria-